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Le ricerche di Gerona 2005

(21-06-10)Anche agli effetti delcaff? si pu? diventare ?resistenti?




Chi ne beve molto pu? non avvertire pi? alcune delle sue conseguenze, come stato di allerta o aumento dell'ansia

MILANO - Se fate parte della schiera di caff?-dipendenti che dichiara di bere tazzine dopo tazzine per tenersi ben sveglio, sappiate che la sensazione di allerta che provate potrebbe essere solo un'illusione. Perch? chi beve tanto caff? finisce per diventare ?resistente? a molti degli effetti della caffeina, occhi sbarrati inclusi.
LO STUDIO ? Lo dimostra una ricerca apparsa su Neuropsychopharmacology condotta da Peter Rogers, uno psicologo dell'universit? di Bristol in Inghilterra. Rogers ha coinvolto 162 bevitori di caff? moderati (una tazzina o meno al giorno) e 217 estimatori del caff? (oltre una tazzina al giorno), chiedendo loro di astenersi dal caff? per 16 ore per poi bere 100 milligrammi di caffeina (ovvero una tazza di caff? americano, poco pi? di una tazzina di espresso) e, dopo un'ora e mezza, altri 150 milligrammi di caffeina; ad alcuni, agli stessi orari, veniva dato un caff?-placebo senza caffeina. Prima e dopo i caff?, finti o veri che fossero, i ricercatori hanno valutato il grado di ansia, di allerta e il mal di testa dei partecipanti. Ebbene, nessun aumento del livello di allerta nei bevitori assidui: ?Con il consumo frequente di caff? ? spiega Rogers ? si sviluppa innanzitutto una tolleranza agli effetti ansiogeni della bevanda, che quindi non provoca pi? agitazione. Qualcosa di simile avviene anche per l'attenzione e la lucidit? mentale: in chi beve caff? spesso l'effetto di ?sveglia? si perde. Anzi, succede che quando si ? in astinenza da caff?, fra una tazzina e l'altra, il livello di attenzione scende al di sotto della soglia ?normale? per quell'individuo: bere la tazzina non fa "svegliare", semplicemente riporta l'amante del caff? nella situazione-base?.
MECCANISMI ? Gran parte degli effetti della caffeina, dall'incremento dell'ansia all'aumento della pressione arteriosa, sono mediati dal suo effetto su alcuni recettori cerebrali, i recettori per l'adenosina. Ma i ricercatori sono voluti andare oltre, analizzando a fondo anche i geni che potrebbero essere coinvolti nelle risposte alla caffeina. Da qui, un'altra scoperta interessante: chi ? portatore di geni che predispongono all'ansia non rifugge il caff?, che indubbiamente pu? agitare. Anzi: chi ha il ?gene dell'ansia? tende in genere a bere pi? caff?, come se quella lieve inquietudine fosse parte integrante del piacere della tazzina. ?Inoltre abbiamo scoperto che la caffeina induce tolleranza ai suoi effetti molto prima di quanto si credeva in passato: bastano un paio di tazzine al giorno, ad esempio, per non risentire pi? dell'effetto ansiogeno del caff? ? spiega Rogers ?. Il problema vero per? ? l'astinenza: in chi beve abbastanza caff? basta meno di un giorno lontano dalla tazzina per ritrovarsi con il mal di testa e una riduzione della lucidit? mentale?. In poche parole, si finisce per diventare dipendenti dall'espresso perch? non prenderlo ci lascia con il cervello ?intorpidito? e magari con un fastidioso mal di testa. E visto che la dipendenza si fa sentire anche con pochi caff? (con tre tazze di caff? americano al giorno, l'equivalente di 4 espressi, si ? gi? in difficolt? dovendo fare a meno della ?dose? giornaliera), forse ? il caso di non esagerare. Anche perch?, nell'annosa e controversa questione sui benefici o i guai portati dal caff?, una cosa sola pare sicura: con moderazione non fa male, neanche a chi ha qualche problema di cuore. Basta appunto non superare le tre, quattro tazzine quotidiane.

Fonte: Elena Meli ( CORRIERE DELLA SERA.IT)

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