(29-06-10) Cuore non a rischio se Bnp elevato dopo calo di peso
Non sempre un aumento dei livelli ematici del peptide natriuretico di tipo B
(Bnp) indica un peggioramento di una malattia cardiaca o ha un valore
prognostico negativo. Al contrario, se si registra un incremento di Bnp in
soggetti che hanno perso peso in seguito a modificazioni dello stile di vita,
si possono osservare vantaggi clinici. ? questo, in sintesi, il messaggio di
uno studio condotto da Nita Chainani-Wu, dell'universit? della California a San
Francisco, e collaboratori. Sono stati selezionati 131 soggetti, 56 con
malattia coronarica (Chd) e 75 ad alto rischio, con tre o pi? fattori di
rischio per Chd e/o diabete mellito, ed ? stato effettuato un intervento sugli
stili di vita consistente in riduzione dell'apporto di grassi, alimentazione
con cibi integrali, esercizio fisico, gestione dello stress e supporto sociale.
Al basale e dopo tre mesi si ? effettuata la misurazione del Bnp, del'indice di
massa corporea (Bmi) e di altri biomarker. Al terzo mese il valore medio del
Bmi era diminuito (da 34,4 a 31,7 kg/m2), quello del Bnp era aumentato (in
media da 18 a 28 pg/ml), mentre risultavano ridotti i livelli di lipoproteina a
bassa densit?, proteina C-reattiva e apolipoproteina B, la frequenza e la
gravit? dell'angina. Inoltre, mentre le limitazioni fisiche delle persone erano
divenute minori, il loro funzionamento fisico era migliorato. La modificazione
percentuale del Bnp ? apparsa associata in modo inverso con quella
dell'insulina e con quella del Bmi e quest'ultima correlazione ? rimasta
significativa nelle analisi di regressione multipla controllate per et?,
genere, Chd, diabete, percentuale di modificazione nell'indice dello stile di
vita e uso di beta-bloccanti. La proposta di utilizzare il Bnp per monitorare
la progressione della malattia cardiaca, concludono gli autori, dovrebbe tenere
conto dei cambi del Bmi.
Am J Cardiol, 2010; 105(11):1570-6
fonte: teamsalute.it
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