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Le ricerche di Gerona 2005

(30-06-10) Quando fai sport deve bere anche il cervello





La mancanza di liquidi causa una ?contrazione?, solo momentanea, della materia grigia
MILANO - In questo periodo dell'anno praticare attivit? sportiva all'aperto ? davvero piacevole e anche se temperatura e umidit? aumentano, l'organismo cerca di provvedere con la sudorazione, un velo di acqua misto a urea e sali minerali che, evaporando, sottrae calore alla pelle raffreddandola. Alcune volte tuttavia questo meccanismo non ? sufficiente ad evitare la disidratazione, quello stato patologico che si instaura quando la quantit? di acqua assunta ? inferiore a quella persa. E allora sono guai. Edemi da calore, crampi muscolari e colpi di sole i disturbi pi? frequenti.
LO STUDIO - Ma a risentirne ? anche il cervello, come dimostra un recente studio condotto da Matthew Kempton e Ulrich Ettinger, dell'Istituto di psichiatria al King's College di Londra e pubblicato su Human Brain Mapping. I ricercatori inglesi hanno constatato che dopo 90 minuti di sudorazione costante, la riduzione media del cervello, in termini quantitativi, ? pari a quella che si registra dopo circa 14 mesi di superstress costante, o in seguito a due mesi e mezzo di morbo di Alzheimer. In pratica, la mancanza di liquidi causa una "contrazione", fortunatamente solo momentanea, della materia grigia, con uno svuotamento delle aree di separazione tra i tessuti, che incide non solo sulle dimensioni del cervello ma anche sul suo funzionamento. Per giungere a questi risultati il team di scienziati ha scansionato, attraverso risonanza magnetica, il cervello di un gruppo di adolescenti sottoposti ad un'ora e mezzo di attivit? ciclistica. Per testare i differenti livelli di disidratazione, i teenager sono stati divisi in due gruppi: quello degli iper-vestiti e quello abbigliato con i classici calzoncini e maglietta. La contrazione del tessuto cerebrale ? stata generale, ma molto pi? evidente nei giovani vestiti pesantemente, che avevano sudato di pi?. Quest'ultimi, alle prese poi con un video-gioco, hanno mostrato le stesse capacit? di pianificazione e risoluzione di problemi rispetto al gruppo di ragazzi che aveva sudato meno, ma per ottenere i medesimi risultati sono stati costretti a "spremere" molto di pi? il loro cervello, come dimostrato nero dalla risonanza magnetica. Per fortuna, il deficit ?, come si diceva, solo momentaneo, tant'? che ? sufficiente reidratarsi per far tornare il cervello alla sua normalit?. Ma quando, quanto e come reidratarsi? ?Non basta affidarsi alla sete ? precisa il medico dello sport Rodolfo Tavana ? spesso ingannevole, specie se non si ? pi? tanto giovani. Durante uno sforzo prolungato ? necessario reidratarsi gi? dopo i primi 20 minuti di attivit? fisica, continuando cos? sino al termine dell'allenamento o della competizione. Altrettanto importante ? la preidratazione in cui, hanno un ruolo fondamentale anche i carboidrati che, trasformandosi in glicogeno, entrando nel muscolo si portano dietro un po' d'acqua . ?Il problema dell'idratazione ? conclude Tavana ? assume per? significati e soluzioni differenti a seconda della lunghezza temporale e dell'intensit? della prestazione. Sopra i 45 minuti, se l'attivit? ? impegnativa, la sola acqua non ? pi? sufficiente, in quanto va a diluire i pochi sali rimasti e non ancora evaporati. Il deficit di sodio ? dietro l'angolo ed ? indispensabile prevenirlo con bevande specifiche contenenti sali minerali e zuccheri?. Specificano per? le linee guida dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti: ?nel caso di attivit? fisica non agonistica, una dieta equilibrata e sana, ricca di frutta, di verdura e di acqua, ? pi? che sufficiente a reintegrare i sali persi?.

Fonte: Mabel Bocchi ( corriere della sera.it)

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