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Le ricerche di Gerona 2005

(07-07-10) Alta prevalenza di insufficienza venosa cerebrospinale cronica nella sclerosi multipla





Pi? del 55% dei pazienti con sclerosi multipla, che hanno preso parte alla
fase iniziale del primo studio clinico randomizzato finalizzato a individuare
insufficienza venosa cronica cerebrospinale, presenta restringimenti delle vene
cerebrali con conseguente riduzione del normale flusso sanguigno dal cervello.
Escludendo il 10.2% dei soggetti i cui risultati sono stati definiti
borderline, la percentuale dei pazienti con sclerosi multipla con
restringimenti venosi sale al 62.5 % contro il 25.9% dei controlli.

Questi dati preliminari si basano sui primi 500 partecipanti allo studio CTEVD
( Combined Transcranial and Extracranial Venous Doppler Evaluation ), iniziato
nell?Universit? di Buffalo nell?aprile 2009.
Nella seconda fase dello studio verranno esaminati altri 500 soggetti mediante
tecniche diagnostiche pi? avanzate.

Lo studio ? il primo passo per determinare se la condizione nota come
insufficienza venosa cronica cerebrospinale ( CCSVI ) sia il maggior fattore di
rischio per la sclerosi multipla.
La CCSVI ? una condizione vascolare complessa, scoperta e descritta da Paolo
Zamboni dell?Universit? di Ferrara in Italia. Il lavoro originale di Zamboni in
un gruppo di 65 pazienti e 235 controlli ha mostrato che la CCSVI ? fortemente
associata alla sclerosi multipla, aumentando il rischio di 43 volte di
sviluppare questa malattia demielinizzante.

Paolo Zamboni e Robert Zivadinov, dell?University of Buffalo negli Stati
Uniti, hanno ipotizzato che il restringimento riduce il deflusso di sangue dal
cervello, provocando alterazione del flusso ematico cerebrale con conseguenti
danni ai tessuti cerebrali e degenerazione dei neuroni.

I primi 500 pazienti sono stati raggruppati in base alla diagnosi: sindrome
clinicamente isolata e altre malattie neurologiche, oltre ai controlli sani.

Tutti i partecipanti alla prima fase sono stati sottoposti a scansioni
ultrasonografiche ( Doppler ) della testa e del collo, per visualizzare la
direzione del flusso del sangue venoso.
Inoltre, i pazienti con sclerosi multipla sono stati sottoposti a scansioni di
risonanza magnetica per immagini ( RMI ) del cervello per misurare i depositi
di ferro nelle lesioni e nelle aree circostanti del cervello, utilizzando una
metodica denominata SWI ( susceptibility-weighted imaging ). I risultati che si
otterranno sui depositi di ferro saranno correlati alla disabilit? dei soggetti
e ai sintomi neuropsicologici.

Il 97.2% dei partecipanti era adulto, e 280 persone erano affette da sclerosi
multipla. La maggior parte delle persone coinvolte in questa prima fase dello
studio aveva una diagnosi di sclerosi multipla recidivante-remittente; il
gruppo controllo sano era rappresentato da 161 individui.

Con il Doppler sono stati analizzati 5 criteri riguardanti il flusso ematico
venoso. I pazienti che presentavano almeno 2 dei criteri erano considerati
soffrire di insufficienza venosa cerebrospinale cronica.
La prevalenza di CCSVI in questo campione ? stata del 56.4% nelle persone con
sclerosi multipla e del 22.4% nei controlli sani. ( Xagena2010 )

Fonte: University of Buffalo, 2010


Neuro2010

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