(16-07-10) Ipercolesterolemici oggi, ipertesi domani
Controllare il colesterolo per ridurre la pressione. A suggerire questa
strategia sono i risultati del Brisighella heart study, condotto dal gruppo di
Ada Dormi del Dipartimento di Medicina, Invecchiamento e Nefrologia clinica
dell'Universit? di Bologna per valutare in che misura l'ipercolesterolemia
costantemente elevata in soggetti giovani e inizialmente normotesi pu? incidere
sullo sviluppo di ipertensione stabile nell'arco degli otto anni successivi. I
932 soggetti coinvolti nello studio, caratterizzati da valori di colesterolo
crescenti (da normali a francamente elevati) e sottoposti o meno a terapie
ipocolesterolemizzanti, sono stati suddivisi in quattro gruppi in funzione dei
cambiamenti della colesterolemia registrati tra il 1996 e il 2004. I gruppi 1 e
2 comprendevano soggetti con valori di colesterolo totale nella norma o scesi
al di sotto della soglia critica nel periodo d'osservazione. Nei gruppi 3 e 4
erano inclusi pazienti con colesterolemia elevata fin dall'inizio del trial o
aumentata oltre i limiti di tolleranza nel corso del monitoraggio. In base ai
dati presentati a Oslo (Norvegia) in occasione del 20? Congresso dell'European
society of hypertension (Esh 2010), la presenza di ipercolesterolemia di base o
di nuova insorgenza aumenta in modo significativo l'incidenza di ipertensione
stabile, che passa dal 7,1% registrato nei gruppi 1-2 al 13,8% dei gruppi 3-4,
quasi il doppio. Un incremento che si mantiene statisticamente significativo
anche dopo aver eliminato possibili fattori di rischio confondenti e che ?
particolarmente accentuato nella sottopolazione femminile, dove l'incidenza di
ipertensione cresce in media dal 6,1% della coorte con valori di colesterolo
accettabili a ben il 14,5% nel gruppo con ipercolesterolemia pi? o meno
pronunciata. Le corrispondenti incidenze registrate negli uomini sono state
dell'8,2 e del 13,1%. Un chiaro segnale che il parametro lipidico peggiora il
rischio cardiovascolare non soltanto per se, ma anche indirettamente
influenzando in modo sfavorevole i parametri pressori, probabilmente attraverso
l'attivazione del sistema renina-angiotensina a livello tissutale.
Congresso Esh 2010, 18-21 giugno
Fonte: Teamsalute.it
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