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Le ricerche di Gerona 2005

(31-08-10) Anche la fibrillazione atriale tra i rischi del sovrappeso E questa aritmia predispone all?ictus.




MILANO - Esiste una relazione diretta tra l?incremento di peso e il rischio di sviluppare una fibrillazione atriale, una forma di aritmia che a sua volta aumenta il rischio di avere un ictus. Una ragione in pi?, dunque, e davvero importante, per cercare di tenere sotto controllo il proprio peso. L?esistenza di questa stretta relazione tra soprappeso e fibrillazione atriale proviene da uno studio realizzato da un gruppo misto di ricercatori statunitensi e svizzeri, che ha coinvolto oltre 34 mila operatrici sanitarie, seguite per quasi 13 anni.
OSSERVAZIONE DIRETTA - Le donne coinvolte in questo studio erano all?inizio esenti da malattie cardiovascolari, ma durante il periodo di osservazione un certo numero di loro, 834 per la precisione, ha sviluppato una fibrillazione atriale. Questo disturbo ? comparso per? in maniera nettamente pi? evidente nelle donne soprappeso, e in maniera ancora pi? marcata tra quelle francamente obese. Tuttavia ? stato osservato anche un fenomeno incoraggiante: le donne che erano obese all?inizio dello studio e che hanno perso peso durante il periodo di osservazione, hanno finito per ricadere nella categoria di rischio di quelle che avevano un peso normale. Questo vuol dire che, dimagrendo, si pu? riportare verso il basso il proprio livello di rischio di sviluppare una fibrillazione atriale.
RELAZIONE LINEARE - L?importanza di questo studio risiede anche nel fatto che negli ultimi decenni si sta assistendo a un preoccupante aumento dei casi di fibrillazione atriale, in parte dovuto forse all?aumento dell?et? media della popolazione, ma in parte dovuto senz?altro anche alla crescente tendenza verso il soprappeso. Cos?, ad esempio, negli Stati Uniti oggi ci sono circa due milioni e trecentomila persone affette da fibrillazione atriale, e sono tra i 75 mila e i 100 milai casi di ictus ogni anno che sono la diretta conseguenza di questa condizione patologica. In Italia sono circa 500 mila le persone con fibrillazione atriale, con un'incidenza di 60 mila nuovi casi all'anno
ANCHE PER GLI UOMINI - Sebbene questo studio sia stato realizzato esclusivamente su persone di sesso femminile, i suoi risultati valgono molto probabilmente anche per i maschi, visto che indicazioni simili provengono anche da altri studi, ad esempio un recentissimo studio svedese realizzato proprio su una popolazione maschile. ?I nostri dati presi nel loro insieme? concludono gli autori dello studio, ?suggeriscono che il controllo del peso corporeo possa essere una strategia ragionevole per ridurre il crescente carico di fibrillazione atriale nella popolazione?.

Fonte: Danilo di Diodoro ( corriere della sera.it)

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