(13-09-10) Il tumore si batte anche con la bilancia
?Non potr? pi? deglutire cibi solidi? ha rivelato l'attore Michael Douglas, malato di cancro alla gola. Ma per sostenere le cure ? necessario non perdere troppo peso
MILANO ? ?La mia voce cambier? e pu? darsi che a un certo punto io non riesca pi? a deglutire cibi solidi?. ? la testimonianza di un uomo colpito da un tumore alla gola, che ha di fronte lunghe settimane di trattamenti con farmaci e radioterapia. ? il racconto di un attore celebre, Michael Douglas, che davanti alle telecamere del programma di David Letterman si ? mostrato smagrito ma determinato ad affrontare la patologia. Il suo ? il dramma di molti malati e per tutti loro ? fondamentale la capacit? di nutrirsi e di evitare una perdita di peso eccessiva e involontaria.
SE NE VA ANCHE 1/4 DEL PESO - ?La malattia, associata alla terapia, porta allo sviluppo della disfagia, cio? l?incapacit? di deglutire, e per oltre la met? dei casi ad una perdita di peso cos? marcata (fino al 25 per cento) che spesso determina l?interruzione della terapia, facendo perdere al paziente chance di guarigione? commenta Maurizio Muscaritoli, docente dell?Universit? La Sapienza di Roma e direttore dell'Unit? Operativa di Coordinamento Attivit? di Nutrizione Clinica del Policlinico Umberto I. ?Le terapie, chemioterapia, radioterapia e a volte interventi chirurgici - prosegue - sono spesso debilitanti, anche sul piano psicologico. A ci? si aggiunge che i tumori del cavo orale colpiscono spesso persone di et? avanzata e sono frequenti in persone con dipendenza dall?alcol e dal fumo, non di rado in condizioni economiche e sociali ben diverse da quelle di Michael Douglas?.
NUTRIRSI PER GUARIRE - E non ? un problema limitato alle neoplasie che colpiscono la bocca, la gola o l?esofago, prosegue l?esperto: ?Molti neppure lo immaginano, ma oggi il 20 per cento dei pazienti oncologici non ce la fa per le gravi conseguenze della malnutrizione?. Sono persone cos? debilitate da non poter sostenere i trattamenti adeguati, che i medici si trovano costretti a ridurre o addirittura a sospendere. Due gli errori fondamentali: considerare la malnutrizione una fatalit? inevitabile per un malato di cancro e accorgersene tardi.
SE L'AGO DELLA BILANCIA SCENDE TROPPO - La perdita di peso nei malati oncologici ? dovuta a un insieme di fattori, dall?impatto psicologico della diagnosi alla localizzazione della massa tumorale, dagli effetti del tumore sul metabolismo (si accelera il consumo energetico) a quelli delle terapie che tolgono appetito, infiammano la bocca, alterano i sapori. Tutto ci? pu? portare a un temibile mix di problemi, una vera e propria sindrome, chiamata cachessia. ?? la concomitanza di anoressia, cio? mancanza di appetito, perdita di massa grassa e di massa magra, cio? tessuto muscolare, e di alterazioni del metabolismo? spiega Muscaritoli. La cachessia ? una condizione tipica della malattia in fase avanzata (colpisce oltre la met? dei malati di tumore al polmone e fino all?80 per cento dei malati di tumori gastrici e del pancreas) ed ? difficilmente reversibile. ?Una volta entrati in questo circolo vizioso, spesso si pu? solo cercare di limitare il danno, ma si pu? invece fare molto per prevenire, riconoscendo una condizione di pre-cachessia e intervenendo a livello metabolico, nutrizionale, farmacologico - raccomanda il nutrizionista -. L?importante ? partire subito?.
COSA SI PU? FARE - L?hanno chiamata "percorso parallelo", ? la strategia per proteggere l?appetito e la salute dei malati di tumore, e Maurizio Muscaritoli ne spiega la filosofia: ?Il nutrizionista deve affiancare l?oncologo nella cura del paziente, cos? come accade ormai con il patologo, il cardiologo e via dicendo. Il supporto nutrizionale deve partire insieme a quello anticancro, appunto come un percorso parallelo?. Basta una visita per prevenire i problemi pi? grossi e mettere in atto gli accorgimenti necessari, da quelli pi? blandi, come modificare la dieta, dare consigli culinari e alimentari utili per chi ? in terapia, prescrivere supplementi e integratori per bocca, fino alle misure pi? complesse: ?Noi abbiamo in carico tutti i pazienti e per tutto il loro percorso, anche quello pi? duro - conclude Muscaritoli - da chi pu? mangiare spaghetti vongole a volont? fino a chi ha bisogno di nutrizione enterale o parenterale, in ospedale o a casa?.
Fonte: Donatella Barus( CORRIERE DELLA SERA.IT)
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