(03-05-06) Dal JAMA: aviaria e televisione
Di aviaria se ne ? parlato tanto. Alcune volte bene, diffondendo informazioni corrette; altre volte troppo e male, sollevando una gratuita (e fruttuosa) psicosi [ 1 ]. Non passa settimana che la parola ?aviaria?, insieme al nome in codice del virus che ne ? responsabile H5N1, venga citata tanto nelle stampa divulgativa quanto in quella specialistica. Il JAMA di questa settimana dedica all'aviaria quattro pagine, della sezione Commentaries , firmate da Lawrence Gostin della Georgetown University di Washington [ 2 ]. Esperto di legge e di salute pubblica, Gostin esamina le tradizionali misure igienico-sanitarie adottate per rallentare la diffusione di malattie virali e ne valuta, soprattutto, gli effetti collaterali da un punto di vista etico ed economico.
La sorveglianza epidemiologica ? la prima misura da prendere: diagnosi, screening, indagini sui contatti tenuti dalle persone infette e monitoraggio sono una serie di misure efficaci per prevenire la diffusione delle nuove malattie emergenti o riemergenti, quali la sars e l'aviaria. In tema di sorveglianza, i regolamenti sanitari internazionali richiedono che i paesi siano in grado di garantire questa misura di controllo. Ma le strutture sono adeguatamente attrezzate? Ci sono fondi a sufficienza? Non esattamente, soprattutto per i paesi pi? poveri. Ma viene tutelata la privacy dei cittadini messi sotto la lente di ingrandimento della sorveglianza? Il regolamenti internazionale richiedono ?la riservatezza e l'anonimato dei dati come richiesto dalle leggi nazionali? ma le leggi per la tutela della privacy vigenti negli Stati Uniti e nell'Unione europea ? puntualizza Gostin ? ammettono delle eccezioni nei casi di sorveglianza epidemiologica.
Un'altra delle misure per limitare la diffusione del virus ? il sistema di controllo alla frontiera e nei viaggi internazionale. Ben venga chiudere le frontiere per la tutela dei cittadini: ? un'azione legittima ma in questo modo non rischia di danneggiare il mercato che ruota intorno al turismo e anche la libert? civile delle persone? ?La libert? di movimento ? uno dei diritti basilari riconosciuti dalla costituzione statunitense e dai trattati internazionali che, tuttavia, ammettono delle limitazioni se necessarie per garantire la salute della popolazione?, scrive Gostin che continua la sua disquisizione chiamando ancora in causa anche la tutela della privacy. Una delle regole dei Centers of disease control and prevention di Atlanta richiede infatti che l'industria dei viaggi metta a disposizione i registri sui passeggeri: un'operazione piuttosto esosa (negli stati Uniti costa dai 118 ai 425 dollari all'anno) e poco corretta in termini di tutela di privacy. ?Le leggi trasnazionali dovrebbero fare attenzione a mantenere quel giusto equilibrio tra i benefici per la salute e il libero commercio, i viaggi e il rispetto per i diritti alla privacy, all'associazione e alla libert??. Questi ed altri interventi di emergenza sanitaria se non ?ben pensati? possono quindi presentare delle debolezze dal punto etico e legale. ? singolare che questi commenti siano firmati proprio da uno degli esperti che avevano redatto una proposta di legge statunitense sui poteri da dare in mano ai "funzionari sanitari pubblici", in caso di attacchi con armi biologiche o di malattie contagiose.
Il secondo articolo dei Commentaries riguarda il binomio televisione e sovrappeso nei giovani ragazzi statunitensi [ 3 ]. Secondo un calcolo recentemente pubblicato su una rivista accreditata di pediatria, ogni ora passata davanti alla tv costa ai ragazzi la bellezza di 167 calorie in pi? assunte nella giornata [ 4 ]. Il dottor Dimitri Christakis, direttore del Child Health Institute at Children's Hospital and Regional Medical Center, di Seattle, ha recentemente pubblicato un libro sui danni della televisione ?The elephant in the living room? e commenta il calcolo delle 167 calorie puntando il dito sui programmi offerti dalla tv statunitense. ?L'origine dell'incremento calorico si spiega con un maggior consumo di snack dolci e salati e di cibi ipercalorici e poco salutari che impegnano gran parte dello spazio pubblicitario?, spiega Christakis sottolineando che di fatto non sta dicendo nulla di nuovo. Gi? negli anni novanta si era osservato, in Canada, che le famiglie che mediamente guardavano pi? programmi americani di quelli canadesi compravano un maggior numero di confezioni di cereali zuccherati rispetto alle famiglie pi? affezionati ai programmi canadesi; inoltre, si riscontrava una correlazione numerica tra le scorte di cereali zuccherati e le ore passate davanti alla televisione dai pi? piccoli della casa: 1,23 confezioni per chi contava un'ora di tv al giorno a fronte dei 3,81 confezioni per coloro che arrivavano a 4 ore di tv giornaliere.
Il nuovo dato che sta emergendo negli ultimi studi condotti sui danni della pubblicit? in televisione e che meriterebbe maggiore attenzione riguarda invece la correlazione tra televisione e alcolici. Negli Stati Unti, adolescenti e bambini sono esposti a pi? di un migliaio di spot pubblicitari sulle bevande alcoliche: 7 spot alle settimana se guardano i programmi in prima serata. E ogni spot ? purtroppo ? ? associabile a un aumento dell'1 per cento dei consumo di alcol tra gli adolescenti.
?Bisogna fare pi? attenzione a quello che viene trasmesso in televisione tra un programma e un altro?, conclude Christakis. ?I medici devono sensibilizzare il genitori a contenere il numero di ore passate davanti alla televisione dai loro figli e ad essere pi? vigili sui programmi che vanno in onda e, soprattutto, sul tipo di pubblicit? trasmessa?.
A cura di Laura Tonon
Bibliografia
1. Jefferson T, Frati D, Grasso M. Aviaria: influenza dei polli? Roma Il Pensiero Scientifico Editore, 2006.
http://www.pensiero.it/catalogo/scheda.asp?IDPubblicazione=486
2. Gostin L. Public health strategies for pandemic influenza. Jama 2006; 295: 1700-4.
http://jama.ama-assn.org/cgi/content/extract/295/14/1700
3. Cristakis DA. L. The hidden and potent effects of television advertising. Jama 2006; 295: 1698-.
http://jama.ama-assn.org/cgi/content/extract/295/14/1698
4. Wiecha JL, Peterson KE, Ludwing DS, et al. When children eat what they watch: impact of television viewing on dietary intake in youth. Arch Pediatr Adolesc Med 2006; 160: 436-42.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?orig_db=PubMed&db=PubMed&cmd=Search&term=2006[pdat]+AND+Wiecha+JL[author]
Fonte: univadis
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