(02-10-10) Ictus ischemico acuto pi? grave se l'iperglicemia persiste
Nei pazienti colpiti da ictus ischemico acuto si osserva comunemente una
condizione di iperglicemia persistente (Ph) con concentrazioni uguali o
superiori a 155 mg/dl. La presenza di Ph in questi casi si associa a un outcome
peggiore e a una maggiore mortalit?. Inoltre, quasi il 40% dei pazienti
mantiene livelli di glicemia >/= 155 mg/dl nonostante l'instaurazione del
trattamento correttivo. Queste osservazioni sono frutto di un'analisi post-hoc
effettuata sui dati dello studio multicentrico, prospettico e osservazionale
Glycemia in acute stroke (Glias) che ha seguito 476 pazienti con ictus
ischemico acuto. Gli autori della ricerca, Bianca Fuentes, dell'Ospedale
universitario La Paz di Madrid, e collaboratori, hanno proceduto alla
misurazione della glicemia al momento del ricovero in ospedale e dopo 48 ore
mentre l'outcome ? stato valutato a tre mesi. La condizione di Ph era definita
in base al riscontro di almeno due misurazioni della glicemia >/= 155 mg/dl. La
condizione di Ph ? stata osservata in 117 pazienti (24,7%) ed era associata a
un outcome peggiore (punteggio Rankin Scale modificato > 2: 56,2% vs 28,1%) e a
una mortalit? pi? elevata (26,7% vs 5,9%) rispetto a un valore di glicemia <
155 mg/dl. Dopo aggiustamento per et?, genere, ipertensione, diabete, gravit?
dell'ictus, glicemia al momento del ricovero e volume dell'infarto, un valore
di Ph >/= 155 mg/dl ? risultato associato a un aumento di quattro volte delle
probabilit? di outcome sfavorevole a tre mesi (Odds ratio: 4,7). Solo il 20%
dei pazienti con Ph ? stato trattato con insulina al momento dell'ammissione in
ospedale, con un progressivo aumento dell'uso di insulina nel corso delle
successive 48 ore. Comunque, 114 (39,1%) dei 291 pazienti che hanno ricevuto
insulina come trattamento correttivo dell'iperglicemia hanno mantenuto livelli
di glicemia >/= 155 mg/dl.
Fonti:
Stroke, 2010 Aug 19. [Epub ahead of print]
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