(05-11-10) Frequenza cardiaca a riposo marker di rischio solo nei diabetici
Nei pazienti con malattia coronarica stabile esiste un'associazione tra
frequenza cardiaca a riposo (elemento predittivo indipendente di morte
cardiovascolare e per tutte le cause) ed eventi cardiovascolari soltanto nei
soggetti affetti da diabete mellito. Il dato, rilevato per la prima volta,
scaturisce da uno studio multicentrico coordinato da Matteo Anselmino
dell'ospedale San Giovanni Battista "Molinette" per conto dei ricercatori della
Euro hearth survey on diabetes and the heart. Sono stati coinvolti 2.608
pazienti con malattia coronarica stabile, dei quali il 30% con diabete noto. La
frequenza cardiaca a riposo ? stata misurata in 2.507 soggetti, 1.756 senza e
751 con diabete. I partecipanti sono stati seguiti per un anno, tenendo conto
dei diversi eventi (morte per tutte le cause, infarto miocardico non fatale,
ictus). Il valore mediano complessivo della frequenza cardiaca a riposo ?
risultato di 70 bpm. La suddivisione dei pazienti in quattro categorie sulla
base dei valori di frequenza cardiaca rilevati ? apparsa associata in modo
significativo con gli outcome (sopravvivenza, eventi cardiovascolari) nel
campione totale, ma non nei pazienti senza diabete. Inoltre, nei soggetti
diabetici i gruppi differenziati in base alla frequenza cardiaca erano
correlati con la sopravvivenza, mentre nei pazienti non diabetici il numero dei
battiti non si ? dimostrato associato n? alla sopravvivenza n? agli eventi
cardiovascolari. Al contrario, un incremento di 10 battiti al minuto nei
pazienti diabetici ? apparso correlato alla sopravvivenza.
Fonti:
Eur Heart J, 2010 Oct 8. [Epub ahead of print]
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