(17-12-10) L?obesit? infantile: un fenomeno in crescita
Purtroppo quello del sovrappeso e dell?obesit? nei bambini rappresenta un
fenomeno in crescita in tutto il mondo occidentale compreso il nostro paese
tanto da esser entrato a far parte delle priorit? di intervento del Ministero
della Salute.
Alla manifestazione e diffusione di questo fenomeno, a parte i casi sostenuti
da una patologia organica che sono comunque la minoranza, possono concorrere
vari fattori relativi, da un lato, alle abitudini alimentari della famiglia
stessa e, dall?altro, alla relazione educativa instaurata, tramite il cibo, tra
genitori e figli. Non di rado, infatti, la voracit? di un bambino si combina
con la particolare ?cultura alimentare? di tutta la famiglia dove anche gli
altri componenti (genitori, fratelli, nonni eccetera) hanno l?abitudine di
consumare pasti pi? che abbondanti o di ?piluccare? facendo frequenti spuntini
senza rendersi conto che un tale stile di vita ? insano non solo per loro
stessi ma ancor di pi? per un bambino. Troppo spesso, infatti, si confonde l?
appetito del bambino con il suo benessere nell?ingenua convinzione che pi? sia
ben nutrito e pi? sia sano rischiando, cos?, di instaurare dei circoli viziosi
che possono ripercuotersi negativamente sul suo rapporto non solo con il cibo,
ma anche coi genitori e con se stesso. Diversi autori osservano infatti come
questo eccessivo investimento che alcune famiglie, pur in buona fede, fanno sul
cibo finisca spesso col sostituirsi ad altre dimensioni importanti del rapporto
genitori figli, compromettendone un armonico sviluppo emotivo-affettivo. Alcuni
genitori davanti ad un qualunque stato di tensione manifestato dal proprio
figlio (stanchezza, capricci, preoccupazione) vengono sopraffatti dall?ansia di
eliminarlo piuttosto che dal desiderio di comprenderne la natura e rispondono
offrendo del cibo al bambino (dal latte nel biberon a merendine e caramelle in
et? successive) nel tentativo di calmarlo e tranquillizzarlo. Altre volte il
cibo viene utilizzato come premio oppure come minaccia o punizione per i pi?
svariati scopi educativi (il famoso ?andare a letto senza cena? ad esempio).
Situazioni come queste, ripetute sistematicamente nel tempo, finiscono con l?
associare il cibo a tutt?altro rispetto alla fame vera e propria. Due sono le
possibili conseguenze di un tale atteggiamento. In primo luogo che il bambino
stesso cominci ad utilizzare il cibo come provocazione o arma di ricatto
alimentando una comunicazione ambivalente e distorta che sposta sul momento del
pasto tensioni e conflitti familiari. In secondo luogo, se il bambino apprende
ad utilizzare indiscriminatamente il cibo come ?calmante? gli sar? difficile
imparare a distinguere tra fame e saziet? cos? come tra i suoi vari bisogni
corporei e tra questi ed altre tensioni di natura emotivo-affettiva
compromettendo un sereno rapporto col cibo e con le emozioni anche in et?
successive. Per evitare bambini obesi, ma soprattutto infelici, ? fondamentale
quindi che il cibo non sia l?unica via di comunicazione affettiva tra genitori
e figli ma che si associ ad un?adeguata manifestazione sul piano verbale sia
dei conflitti che degli affetti permettendo ai bambini di prendere poco a poco
contatto con tutto il variegato mondo dei propri bisogni oltre quello della
fame stessa.
Fonti: Cristina Rubano ? Psicologa
Per saperne di pi?:
Juul, J. (2000). Ragazzi, a tavola! Il momento del pasto come specchio delle relazioni familiari. Milano: Feltrinelli.
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