(21-12-10) Obesit? di padre in figlio
Gli studi che riguardano l'influenza dei fattori di rischio genetici e
familiari nell'insorgenza dell'obesit? infantile sono focalizzati non solo
sull'identificazione di geni candidati e trasmissibili dai genitori ai figli,
ma anche sui comportamenti e le abitudini alimentari dei genitori, che si
aggiungono come fattori di rischio nei figli geneticamente predisposti
all'aumento del peso corporeo.
Questi fattori familiari aggiuntivi, come peraltro evidenziato da numerosi
altri studi, potrebbero condizionare negativamente le condotte alimentari dei
figli di genitori obesi, forse anche indipendentemente dalla composizione della
dieta abituale, specie in relazione a ci? che concerne l'indice glicemico e il
tenore proteico della dieta stessa.
E' possibile, in ogni caso, che il genotipo comune dell'obesit? in et?
infantile, risulti in fenotipi differenti, nell'et? adulta. Nella pratica
clinica, tuttavia, ? difficile trovare figli tendenti alla magrezza nei nati da
genitori obesi.
Componente dietetica e composizione corporea
Nell'ambito del progetto multicentrico europeo, noto con l'acronimo Diogenes
(diet, obesity, and genes - www.diogenes-eu.org) in Grecia i ricercatori della
Preventive Medicine and Nutrition Clinic (Department of Social Medicine,
Faculty of Medicine, University of Crete), in collaborazione con i ricercatori
austriaci e tedeschi sempre coordinati dall'Universit? di Copenaghen, hanno
selezionato 827 soggetti tra bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni, dei quali 381
maschi e 446 femmine.
Tutti i ragazzi erano provenienti da famiglie nelle quali i genitori erano gi?
stati selezionati per l'arruolamento nello stesso piano Diogenes e avevano gi?
superato una prima fase nella quale avevano perso almeno l'8% del peso di
partenza dopo 8 settimane di dieta drasticamente ipocalorica (800 Kcal/die) .
La fase successiva prevedeva che le stesse famiglie fossero suddivise in 5
gruppi che venivano sottoposti, per 26 settimane, rispettivamente a 5 diete ad
libitum di mantenimento, diverse l'una dall'altra nel rapporto tra la quota di
proteine e l'indice glicemico.
Pi? precisamente: una delle opzioni dietetiche ad libitum era a basso
contenuto di proteine e a basso indice glicemico, la seconda a basso contenuto
di proteine e ad alto indice glicemico, la terza a elevato contenuto di
proteine e a basso indice glicemico, la quarta ad elevato contenuto proteico e
ad elevato indice glicemico e la quinta era una dieta di controllo.
Sul totale dei ragazzi selezionati, 658 sono stati esaminati dopo 4 settimane
dall'inizio della fase delle 5 diete ad libitum proposte, le famiglie venivano
avvertite in diversi tempi rispetto alle opzioni di scelte alimentari
disponibili, ma nessun avvertimento veniva dato riguardo al peso corporeo, in
quanto l'obiettivo primario riguardava la capacit? di controllo dell'appetito
dei ragazzi potenzialmente influenzabile dalle 5 opzioni dietetiche ad libitum
proposte ai genitori. In tutti i ragazzi venivano rilevate le misure
antropometriche e la composizione corporea ai tempi 0 ? 4 settimane ? 26
settimane (dall'inizio della fase 2).
Solo il 51% dei ragazzi selezionati ha completato questa fase del progetto con
tutti gli accertamenti necessari (465 su 827). Dall'analisi dei dati si ?
sostanzialmente potuto dimostrare che, considerando isolatamente l'indice
glicemico delle 5 diete ad libitum o il contenuto proteico, non si
evidenziavano differenze significative nella composizione corporea dei ragazzi.
Tuttavia, la combinazione dietetica a basso contenuto di proteine e alto indice
glicemico ha determinato nei ragazzi un aumento del grasso corporeo, mentre la
combinazione ad elevato contenuto in proteine e basso indice glicemico ?
apparsa protettiva nei confronti della tendenza all'obesit? in questo gruppo di
ragazzi greci.
Autore: Patrizia Maria Gatti
Fonte: Pediatrics 2010 Nov;126(5):e1143-52. Epub 2010 Oct 11. The effect of
protein and glycemic index on children's body composition: the DiOGenes
randomized study. Papadaki A et al - Diogenes Study Group.
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