( 07-01-11) Inadeguata gestione delle allergie alimentari a scuola
Nonostante in Italia la consapevolezza dei genitori rispetto ai sintomi delle
allergie alimentari sia diffusa, sono pochi i bambini in et? scolare che
vengono sottoposti ai test di ipersensibilit? agli allergeni alimentari, utili
a evitare restrizioni dietetiche non necessarie. Si dovrebbero pertanto operare
sforzi per istruire i medici delle cure primarie alla gestione dei bambini con
allergie alimentari. Sono le conclusioni di uno studio trasversale condotto da
Carlo Caffarelli, della Clinica pediatrica dell'universit? di Parma, e colleghi
di altri dipartimenti del medesimo ateneo. I dati sono stati ricavati da
questionari standardizzati sulle reazioni alimentari, compilati autonomamente
dai genitori di bambini di et? compresa tra i 5 e i 14 anni. Il documento era
stato distribuito a 900 persone, con un tasso di risposta che si era attestato
sul 69%. La prevalenza vita di reazioni allergiche ai cibi percepite dai
genitori ? risultata del 10,5%, quella puntuale dell'1,6%. Gli interventi
sanitari hanno incluso una telefonata al medico di famiglia nel 54% dei casi,
la gestione autonoma del disturbo nel 37%, la chiamata a un centro d'emergenza
nel 6%, e un ricovero nel 3%. In presenza di reazioni allergiche ai cibi sono
stati somministrati antistaminici nel 45% dei casi, steroidi topici nel 24%,
steroidi per via orale o parenterale nel 16%, epinefrina nell'1,5%. Nei bambini
che hanno riportato disturbi allergici dopo l'ingestione di alimenti, ? stato
effettuato uno skin prick test nel 54% dei casi, mentre una provocazione orale
? stata eseguita soltanto nel 7,5%.
Fonti:
Pediatr Int, 2010 Nov 24. [Epub ahead of print]
doctornews33
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