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Le ricerche di Gerona 2005

(14-05-06) GB: l'ondata degli ?effetti collaterali?


Ogni anno in Gran Bretagna 5 mila persone ne muoiono
La British Medical Association esorta i medici a vigilare con maggiore attenzione sugli ?eventi indesiderati? dei farmaci REGNO UNITO - Ci? che si sa di un farmaco prima della sua commercializzazione dipende dalle risultanze emerse durante le sue sperimentazioni in laboratorio, su cavie e su 2 o 3 mila volontari. Dopodich?, una volta che il medicinale ? arrivato nelle farmacie e negli ospedali, sicurezza ed efficacia sono testati direttamente sui pazienti cui viene prescritto. ? a questo punto ? ovvero quando un campione sufficientemente ampio di persone ha assunto il farmaco, ed ? perci? possibile stabilire corrispondenze pi? precise tra sintomo e sostanza ? che molti effetti avversi si manifestano e vengono rilevati, e quindi comunicati all'autorit? di farmacovigilanza, che valuta rischi e benefici e fornisce le informazioni ai consumatori al fine di rendere l'uso dei medicinali pi? sicuro.
INVITO AL CONTROLLO ? Proprio al fine di tutelare la salute dei cittadini britannici, gioved? scorso la British Medical Association ha esortato i medici del Paese a vigilare pi? attentamente sull'utilizzo dei farmaci, invitandoli a riferire prontamente alla Medicines and Healthcare products Regulatory Authority ogni reazione avversa, anche (e soprattutto) se vi ? il solo sospetto che sia collegabile alle medicine prescritte ai pazienti. La richiesta della BMA, nonch? la sua preoccupazione per la popolazione assistita dal sistema sanitario nazionale, trovano giustificazione nei numeri. Si stima infatti che solo il 10 per cento degli effetti collaterali dei medicinali sia comunicato all'Autorit? per il controllo dei farmaci inglese, addetta al coordinamento della cosiddetta ?Yellow Card?, ossia il sistema che raccoglie le segnalazioni spontanee delle reazioni avverse inviate da medici, farmacisti, dentisti e ? dall'inizio dell'anno, in forma sperimentale ?- anche dai pazienti stessi. Sono ancora i numeri a darci la misura di come questa scarsa collaborazione da parte degli operatori sanitari possa rivelarsi pericolosa: ? sempre la Bma a riferire che circa 5 mila persone muoiono ogni anno nel Regno Unito a causa degli effetti collaterali dei farmaci, e che altre 250 mila vengono ricoverate per lo stesso motivo, e in parte anche a causa di tale inefficienza nella comunicazione. Senza contare inoltre che l'ospedalizzazione dei pazienti ricoverati proprio a causa degli effetti indesiderati costa al servizio sanitario nazionale britannico l'equivalente di circa 700 milioni di euro all'anno.
LA SITUAZIONE ITALIANA ? Nel nostro Paese le cose non stanno tanto diversamente: ? il Dottor Mauro Venegoni, direttore dell'Ufficio farmacovigilanza dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a riferire che ?quello della sottosegnalazione ? un problema comune a tutti i Paesi europei, Italia compresa. Per una reazione avversa notificata da un medico ce ne sono altre 10 che non vengono segnalate. E sottostimare l'effettiva incidenza delle segnalazioni rappresenta un problema per l'intero sistema sanitario e un rischio per la popolazione?. Ma non ? per cattiva volont? che gli operatori sanitari faticano a collaborare con la farmacovigilanza: la difficolt? a reperire le schede adibite alle segnalazioni e ? soprattutto ? il sovraccarico di lavoro a cui i medici devono far fronte sono infatti tra le cause principali di questa inefficienza. Tuttavia, come spiega il Dottor Venegoni, proprio in Italia ?? stato fatto un passo in avanti da quando ? stata messa a punto una rete informatizzata, attiva su tutto il territorio nazionale dal 2001, che permette di inviare le segnalazioni direttamente all'Ufficio di farmacovigilanza da parte dei responsabili locali (per esempio responsabili Asl), alimentando praticamente in tempo reale, e con sicurezza, il database?.
ASSENZA DI CERTEZZE ? Comunque sia ? specifica la Bma e conferma Venegoni ? anche in un sistema che funziona alla perfezione, non ci potr? mai essere una garanzia che un farmaco non segnalato come dannoso sia assolutamente innocuo per chiunque lo assuma, perch? una medicina che ha un effetto benefico su un soggetto pu? rivelarsi invece nocivo su un altro che presenta condizioni cliniche e fisiche differenti.
Alessandra Carboni
12 maggio 2006
www.corriere.it

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