(08-02-11) Fumo, stanato meccanismo chiave che innesca dipendenza
Roma, 31 gen. (Adnkronos Salute) - Ricercatori statunitensi dello Scripps Research Institute (Florida) hanno individuato un meccanismo chiave che innesca la dipendenza da nicotina. Lo studio guidato da Paul Kenny, pubblicato sulla rivista 'Nature', ha condotto all'identificazione di un sentiero del nostro cervello che regola la vulnerabilit? al tabacco. Una scoperta che potrebbe aprire nuovi spiragli alla messa a punto di innovative terapie 'anti-bionde', tant'? che i ricercatori che hanno siglato lo studio sono gi? a lavoro su un nuovo programma di ricerca per battere questa nuova strada in team con i colleghi dell'Universit? della Pennsylvania.Nel mirino degli scienziati ? finito un recettore che regola le risposte cerebrali alla nicotina. Inibendo la proteina in questione in topi ingegnerizzati in laboratorio, gli studiosi hanno potuto constatare che gli animali erano portati a consumare molta pi? nicotina del normale. Questo effetto, ipotizzano dunque i ricercatori, potrebbe essere invertito stimolando l'espressione del recettore al centro dello studio e spegnere cos? la voglia di 'bionde'. "Crediamo che questi dati traccino un nuovo quadro per la comprensione della spinte motivazionali al consumo di nicotina - sottolinea Kenny - indicando le vie del cervello che regolano la vulnerabilit? alla dipendenza da tabacco".In particolare, sotto la lente di ingrandimento degli studiosi ? finita la subunit? del recettore nicotinico alfa 5, e la sua particolare attivit? in un'area cerebrale definita tratto abenulo-interpeduncolare. La nicotina, hanno cos? svelato i ricercatori, attiva in quest'area del nostro cervello il recettore nicotinico in questione, innescando una reazione che pu? potenzialmente smorzare la voglia di tabacco. Il fumo, ricordano le statistiche citate su 'Nature', ? una delle principali cause di morte in tutto il pianeta, con oltre 5 milioni di persone che ogni anno perdono la vita. Nelle morti per cancro al polmone, il fumo ? considerata la causa principale in oltre il 90% dei casi.
Fonte : univadis.it
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