(05-03-11) Biologi divisi su test animali, indagine su 'Nature'
Roma, 23 mar. (Adnkronos Salute) - Non sono solo gli animalisti a criticare aspramente l'uso di cavie animali per gli esperimenti scientifici. Una piccola minoranza degli stessi scienziati che porta avanti questo tipo di ricerche non giudica questo approccio "molto importante" per la scienza, e un terzo ammette preoccupazioni etiche per il proprio lavoro. Lo rivela un'indagine informale, condotta da 'Nature' su oltre mille biologi, secondo cui circa un quarto dei ricercatori del settore ? stato influenzato negativamente dalle proteste di animalisti o attivisti.Gli intervistati, che conducono ricerche su animali, citano incidenti fra cui le manifestazioni di protesta fuori dai laboratori, atti di vandalismo, la 'liberazione' degli animali e gli attacchi fisici violenti ai colleghi. Inoltre, se il 90% dei biologi pensa che l'uso degli animali sia importante per la ricerca, circa un terzo si dice preoccupato da un punto di vista etico. La rivista intervista anche in esclusiva Joseph Harris, di giorno brillante ricercatore oncologo e di notte attivista radicale contro i test sugli animali. La doppia vita di Harris ? venuta alla luce nel 2006, quando lo scienziato ? stato arrestato per vandalismo ai danni di un'azienda che conduceva test sugli animali.Secondo i pro-test, gli scienziati non dovrebbero ignorare la possibilit? di attacchi degli attivisti, ma anzi andare in tv per discutere del valore dei test sugli animali. Tipu Aziz e John Stein del John Radcliffe Hospital (Oxford, Gb) sono convinti che in questa era dell'elettronica restare in silenzio non sia un'opzione. "Chiunque pu? usare Google per capire che cosa fa un ricercatore. Occorre essere proattivi e preparati a difendere il nostro lavoro". D'altra parte, esperti dei media fanno notare che in televisione "l'effetto delle foto scioccanti" ? fortissimo. Gli scienziati sono accusati di crudelt?, un'accusa che di fatto non pu? essere negata a parole. Il lamento di una scimmia o le immagini di un cane 'torturato' finirebbero per vanificare ogni possibile giustificazione, nota Ranga Yogeshwar, giornalista scientifico tedesco.
Fonte: Univadis
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