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Le ricerche di Gerona 2005

(11-03-11) Scoperti nuovi geni che moltiplicano rischi infarto




Roma, 8 mar. (Adnkronos Salute) - Le malattie cardiache sono la prima causa di morte e, solo in Italia, le persone colpite da un infarto ogni anno sono circa 150.000. Ricercatori internazionali hanno scoperto quasi una ventina di nuovi geni 'colpevoli' di moltiplicare il rischio di attacco cardiaco. Sono online su 'Nature Genetics' i risultati di due grandi studi internazionali - cui hanno collaborato i ricercatori italiani dell'Istituto Mario Negri - focalizzati sulle cause della malattia coronarica celate nel Dna. I due studi hanno identificato complessivamente 17 nuove varianti genetiche associate a un aumento del rischio di infarto, che non si sapeva fossero coinvolte nello sviluppo della malattia coronarica. E' stato, inoltre, confermato che allo sviluppo della malattia concorrono molti geni con un piccolo effetto, piuttosto che pochi geni con un grande effetto. La genetica ha un ruolo circoscritto, si stima che non pi? del 20% del rischio sia direttamente imputabile a questo aspetto, ma l'interazione tra i geni e l’ambiente gioca un forte ruolo. Al primo di questi studi ha contribuito il consorzio Procardis, finanziato dalla Comunit? europea, del quale fa parte il Dipartimento di ricerca cardiovascolare dell’Istituto Mario Negri, diretto da Maria Grazia Franzosi, insieme al Dipartimento di medicina cardiovascolare del Wellcome Trust Centre for Human Genetics e la Clinical Trials Service Unit dell'Universit? di Oxford, l'Unit? di ricerca per l'aterosclerosi del Dipartimento di medicina del Karolinska Institute di Stoccolma, il Leibniz - Institut f?r Arterioskleroseforschung dell'Universit? di M?nster. I due studi hanno utilizzato un'enorme massa di dati analizzando il Dna di pi? di 210.000 persone di origine europea e asiatica, delle quali pi? di 85.000 con malattia coronarica. Paragonando il Dna delle persone con la malattia con quello delle persone senza la malattia coronarica, i ricercatori sono stati in grado di raddoppiare il numero di varianti genetiche note fino a oggi come associate alla malattia coronarica. "Una variante genetica - spiega Franzosi, del Mario Negri - ? un pezzo di Dna che pu? variare da persona a persona. Alcune varianti modificano caratteristiche evidenti, come ad esempio il colore degli occhi, mentre altre hanno effetti meno visibili, come nel caso di quelle che contribuiscono allo sviluppo della malattia coronarica". "Ogni nuovo gene identificato - avverte per? l'esperta - rappresenta un piccolo avanzamento verso la conoscenza dei meccanismi biologici che producono la malattia coronarica, ma, dato che il numero di geni coinvolti cresce via via, si allontana la possibilit? che un semplice test genetico possa identificare le persone pi? a rischio di avere un infarto". "Anche per questo stiamo ora programmando di lavorare insieme, nella speranza che possano emergere ulteriori novit? combinando insieme i dati. Il controllo degli altri fattori di rischio gi? noti per l'infarto - conclude Franzosi - ? sicuramente il modo pi? corretto per prevenirne i danni (il diabete, il colesterolo elevato, la pressione alta, il fumo, l’obesit?, la mancanza di esercizio fisico, l’avere gi? avuto un attacco, l’avanzare dell’et?, una storia familiare di malattia coronarica precoce). D'altra parte molti di questi fattori di rischio hanno a loro volta una componente genetica su cui la ricerca ha ancora molto da dire".

Fonte : univadis

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