(15-03-11) La salute degli italiani? Buona ma ?si sta sgretolando?
Abitudini sbagliate soprattutto tra i giovani, mentre
le donne perdono gli anni di vantaggio. L'assistenza cambia da regione a regione: peggio al Centro-Sud
MILANO - Pigri e troppo sedentari, poco virtuosi a tavola e sempre pi? in sovrappeso, ancora accaniti fumatori. Abitudini sbagliate, soprattutto tra i giovani, che sembrano diventate normali. E le donne, un tempo pi? longeve e in salute, stanno perdendo terreno. La salute degli italiani "tiene", ma si sta sgretolando. La colpa non ? solo dei connazionali: complice la crisi, si fa sempre meno prevenzione, soprattutto nelle regioni sottoposte ai piani di rientro. A fare il check up della sanit? italiana e dello stato di salute dei cittadini ? l?ottavo rapporto Osservasalute, realizzato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che ha sede presso l'Universit? Cattolica di Roma. Il volume, presentato al Policlinico Gemelli, ? il frutto del lavoro di 203 esperti di universit?, istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali.
ITALIA DIVISA IN DUE - ?La situazione cambia da regione a regione - premette il coordinatore dell'Osservatorio Walter Ricciardi, direttore dell?Istituto di igiene all?Universit? Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma -. In quelle con difficolt? economiche (soprattutto al Sud e nel Lazio) in cui si tende a risparmiare, la prevenzione ? una delle prime vittime e sono in aumento i fattori di rischio per la salute dei cittadini; laddove invece si attuano programmi di prevenzione e screening si registrano i risultati migliori?. Secondo l?Organizzazione mondiale della Sanit?, nel 2000 il nostro era il secondo miglior sistema sanitario al mondo. Un primato che ora rischiamo di perdere? ?Riguardo al rapporto tra costi e risultati siamo ancora tra i primi a livello internazionale - osserva Ricciardi -. Quanto, per?, alla qualit? dei servizi sanitari, dipende dalla regione in cui si abita?. Ma ecco luci e ombre fotografate dall?Osservatorio.
NON SI VA DAL DENTISTA - Un indice di disuguaglianza nell?accesso ai servizi sanitari ? il ricorso alle cure odontoiatriche: quasi sempre a carico delle famiglie, varia in modo significativo per et? e status socio-economico. Quasi un italiano su dieci, pur avendone bisogno, non ha potuto sottoporsi a una visita specialistica per la salute della bocca. Ancora una volta sono penalizzati i cittadini meridionali.
PAESE SEMPRE PI? VECCHIO - Si conferma la tendenza all?invecchiamento della popolazione. Secondo il rapporto 2010, i connazionali tra i 65 e i 74 anni sono il 10,3% del totale e quelli dai 75 anni in su il 9,8%. Un anziano su quattro vive da solo e la percentuale ? pi? elevata tra le donne: 37%. La speranza di vita alla nascita ? aumentata notevolmente negli ultimi dieci anni. Oggi, gli uomini vivono in media 78,7 anni e le donne 84. Ma, contrariamente a quanto avvenuto in passato, le signore fanno registrare una battuta d?arresto: guadagnano 1,1 anno a fronte dell?1,8 dei maschi.
LA SALUTE DELLE DONNE - ?Che la salute delle donne stia perdendo terreno lo dimostra anche il tasso di mortalit? per tumori e malattie del sistema circolatorio, patologie killer dei nostri tempi - sottolinea Roberta Siliquini, ordinario di igiene all?Universit? di Torino -. La loro riduzione ? molto pi? accentuata per il genere maschile. I dati dipendono anche da modifiche dei comportamenti che stanno portando le donne ad avere fattori di rischio tipicamente maschili, come per esempio l?abitudine al fumo?. Sono proprio loro le pi? restie a buttare le sigarette: lo hanno fatto solo il 16% contro il 39% degli uomini. E meno di una donna su quattro pratica uno sport rispetto al 38% dei maschi.
PI? OBESI E PIGRI - Il 45,4% della popolazione adulta ha parecchi chili di troppo. In particolare, pi? di un italiano su tre ? in sovrappeso, circa uno su dieci ? obeso. ? in eccesso di peso il 34% dei bambini, percentuale leggermente in calo rispetto al rapporto precedente (meno 2%). Tra i principali imputati c?? la sedentariet?: si muove poco il 40,2% degli italiani. I pi? pigri sono i meridionali. Poco pi? di un connazionale su cinque svolge uno o pi? sport con continuit?, mentre il 9,7% lo pratica in modo saltuario. Appena una persona su cinque svolge qualche attivit? fisica, come fare passeggiate per almeno due chilometri, nuotare o andare in bicicletta.
ANCORA TROPPE SIGARETTE - Si stima che i fumatori siano il 22,2% della popolazione dai 14 anni in su, un dato rimasto complessivamente stabile negli ultimi anni. Il numero medio di sigarette fumate ogni giorno ? di 13,5, quota che aumenta man mano che si scende verso Sud.
DIETA MEDITERRANEA, TRADIZIONE DA RECUPERARE - Aumentano di pochissimo i consumi di frutta e verdura: secondo il rapporto, poco pi? di cinque persone su cento mangiano le cinque porzioni raccomandate al giorno. Avviene soprattutto nelle regioni dove ? pi? diffusa l?abitudine di pranzare fuori casa, a mensa e al ristorante (Nord e Lazio). Cresce il consumo di snack salati e bevande gassate e i giovani si imitano anche nelle cattive abitudini. Dal rapporto emerge che sono in aumento le ragazze tra i 18 e i 24 anni che consumano alcolici fuori pasto.
?E IL CUORE SOFFRE - Nonostante il calo negli ultimi due anni dei ricoveri per malattie ischemiche del cuore, con l?eccezione del Piemonte per gli uomini e della provincia autonoma di Bolzano per le donne, le malattie cardiovascolari continuano a essere la prima causa di morte. Nel 2008 i tassi pi? elevati di ospedalizzazione per malattie ischemiche del cuore si registrano in Campania. Seguono Sicilia, Molise, Calabria e le altre regioni del Sud. Pi? infarti, invece, nelle Marche per gli uomini e nella provincia autonoma di Trento per le donne.
PI? DEPRESSI - Continua l?aumento del consumo di farmaci antidepressivi, come gi? registrato nel precedente rapporto; interessa indistintamente tutte le regioni. Secondo l?Osservatorio, il loro crescente utilizzo pu? essere spiegato coi cambiamenti culturali, poich? patologie come ansia e depressione sono meno stigmatizzate dalla popolazione; ma questi farmaci sono utilizzati anche per patologie non strettamente psichiatriche, come nella terapia del dolore.
AL SUD MAGGIORE SPESA MA SERVIZI PEGGIORI - A livello nazionale la spesa sanitaria pubblica corrente in rapporto al prodotto interno lordo passa, tra il 2001 e il 2007, dal 5,9% al 6,5%. Si va da un minimo del 4,9% in Lombardia a un massimo del 10,7% in Calabria. In generale, la media al Nord ? del 5,4%, al Centro del 6,2% e al Sud e nelle Isole del 9,5%. ?Ma nelle regioni in cui si spende di pi? si offrono meno servizi e l?assistenza peggiora dal Lazio in gi??, fa notare Ricciardi. La soluzione? ?Per continuare a beneficiare di una sanit? di qualit? - suggerisce l?esperto - servono soprattutto pi? programmazione, con interventi mirati a seconda dei bisogni dei cittadini, e un?attenta valutazione dei risultati raggiunti?.
Fonte: Maria Giovanna Faiella ( Corriere.it)
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