(18-05-06) Allergie e intolleranze alimentari
(parte I)
Le allergie alimentari presentano una prevalenza del 3-4% negli adulti e del 6% in et? pediatrica (J Allergy Clin Immunol 2006: 117, 2 suppl. : S470-S475).
Le allergie alimentari compaiono pi? frequentemente in et? infantile e di solito tendono a scomparire con il passare degli anni, ma possono anche manifestarsi per la prima volta in et? adulta.
La prevalenza delle allergie alimentari sembra inoltre dipendere dalle abitudini alimentari individuali (consumo eccessivo o prolungato o esclusivo dell'alimento in causa) e dalle abitudini alimentari tipiche dei diversi paesi (allergia a crostacei e molluschi nei paesi mediterranei, allergia al pesce nei paesi scandinavi, allergia alle arachidi negli USA, ecc.).
In genere, gli alimenti che determinano con maggior frequenza manifestazioni cliniche di allergia alimentare sono: uova, latte, pesce, crostacei, arachidi, nocciole, soia, frumento, seguiti poi da vegetali come mela, noce, sedano, pomodoro, banana, kiwi, pesca, carota, pera.
Una appropriata eliminazione dalla dieta degli alimenti responsabili di solito comporta una regressioni delle manifestazioni cliniche, sebbene un rapido controllo della sintomatologia acuta richieda spesso il ricorso alla terapia farmacologica (Annu Rev Nutr 2006, 26 , july 17).
La conoscenza dei componenti dell'alimentazione pi? frequentemente in causa costituisce il presupposto teorico essenziale per un corretto iter diagnostico-terapeutico delle reazioni avverse al cibo.
L'European Academy of Allergy and Clinical Immunology, al fine di stabilire un linguaggio comune riguardo le reazioni avverse agli alimenti, ha proposto una classificazione basata esclusivamente sui meccanismi patogenetici (Allergy 1995, 50: 623-635).
Una prima distinzione fondamentale ? quella tra reazioni tossiche causate da sostanze nocive contenute negli alimenti ingeriti ( esempi tipici sono l'intossicazione da funghi e la gastroenterite causata da tossine batteriche contenute in cibi avariati) e reazioni non tossiche dipendenti da un'abnorme risposta individuale ad alcuni componenti di alimenti igienicamente sani e tossicologicamente non nocivi.
Queste ultime reazioni poi si suddividono patogenicamente in Allergie Alimentari che sono immunomediate (IgE e non IgE mediate) e Intolleranze Alimentari che invece non sono immunomediate ma vengono prodotte con meccanismi di tipo enzimatico, metabolico, farmacologico, idiosincrasico o ancora sconosciuto (tabella 1).
CROSS REATTIVITA' TRA ALLERGENI INALATI E ALIMENTI
La sensibilizzazione ad alcuni frutti e vegetali ? associata alla sensibilizzazione ad altri alimenti appartenenti o alla stessa famiglia botanica o a famiglie differenti . Questo fenomeno viene chiamato "cluster" di ipersensibilit? e riguarda, ad esempio, i seguenti alimenti:
nocciola, noce, noce brasiliana, mandorle tra di loro ed in combinazione con noci, e frutti con nocciolo.
Frutti con nocciolo tra loro e in combinazione con pera e mela.
Mela e pera.
Kiwi e avocado
Patata e carota
Prezzemolo e sedano.
Pomodoro e arachide (fam. differenti).
Nelle persone affette da allergia a pollini si possono presentare sintomi allergici all'ingestione di alimenti vegetali quali frutta , verdura e spezie per effetto di allergeni cross-reattivi presenti nei pollini e negli alimenti. Le principali cross-reattivit? sono riportate nelle tabelle 2, 3 e 4.
La conoscenza delle reattivit? crociate consente, una volta individuato un alimento responsabile di manifestazioni allergiche, di escludere dalla dieta del paziente anche gli alimenti potenzialmente responsabili di cross-reattivit? con l'alimento riconosciuto come sicura causa di allergia.
ALLERGENI NASCOSTI
Nei singoli alimenti si possono riscontrare allergeni imprevisti in quanto non propri della naturale composizione dell'alimento e dovuti a contaminazione tra alimenti, cross-reattivit? tra allergeni alimentari (ad es. tra arachide e soia: appartengono infatti entrambe alla famiglia delle leguminose), uso di sostanze allergizzanti indicate con nome generico o non dichiarate nelle etichette, indicazioni non corrette delle sostanze utilizzate per la preparazione degli alimenti, nomenclature complesse e diverse nei vari paesi, alimenti transgenici, contaminazioni con additivi intenzionali (conservanti, coloranti, addensanti, ecc.) o additivi accidentali (sostanze inquinanti, antibiotici per uso veterinario, pesticidi, ecc.).
Ad esempio, la soia ? usata in moltissime preparazioni come ingrediente aggiuntivo, stabilizzante nei prodotti a base di cereali, e nella carne. Le gomme di origine vegetale vengono usate come addensanti o stabilizzanti. Cos? pure sono d'uso comune come ingredienti aggiuntivi le arachidi, il frumento, le uova e il latte.
Infine va considerato che esistono alcuni allergeni termolabili (ad esempio allergeni di mele, patate e carote) e altri termostabili (ad esempio alcuni allergeni del latte vaccino, di albume d'uovo e di arachidi) per cui anche la preparazione e la cottura dei cibi pu? influire sul loro potere allergizzante.
A cura di Mauro Marin
Fonte: Univadis.it
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