(16-04-11) Quando il cervello trasforma il cibo in droga L'azione di alcune aree rende inarrestabile il consumo compulsivo
Di fronte agli alimenti, le persone si pongono in maniera diversa. Alcuni
mangiano in maniera moderata, mentre altri amano la buona tavola. Altri ancora
manifestano fenomeni di dipendenza: superato il livello di saziet? la
nutrizione continua, col soggetto legato al cibo da uno stimolo inarrestabile.
All'origine del meccanismo, l'attivazione di alcuni regioni del cervello
Questa la conclusione proposta da una ricerca dell'Universit? di Yale, diretta
dalla dottoressa Ashley Gearhardt e pubblicata su "Archives of General
Psychiatry".
L'equipe della Gearhardt ha coinvolto 48 volontarie, in diverse condizioni
fisiche: magre, sovrappeso ed obese. Tutte loro hanno consumato un milkshake al
cioccolato, mentre il loro cervello veniva osservato tramite risonanza
magnetica.
L'esame ha evidenziato come nelle volontarie con alti punteggi nella Yale Food
Addiction Scale (scala che misura la dipendenza da cibo) il milkshake
provocasse l'accensione di alcune aree del cervello.
Il frapp? stimolava la corteccia cingolata anteriore, la corteccia mediale
orbitofrontale e l'amigdala. Gli autori spiegano che tali regioni "Sono
implicate nella motivazione a mangiare e a consumare droghe nelle persone con
problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti".
Perci?, gli scienziati concludono come "Questi risultati confermano la teoria
che il consumo compulsivo di cibo possa in parte essere causato da una
aspettativa esagerata riguardo al cibo vissuto come premio".
Tale sistema spiegherebbe il perch? alcuni trasformano la dieta in un
fallimento certo: dopo un periodo di buona condotta, il richiamo delle pietanze
diventa inarrestabile e ricadono nell'alimentazione compulsiva.
Allora, gli studiosi offrono suggerimenti e rimedi. Il primo passo ? eliminare
gli stimoli visivi, in grado di imprimersi nel cervello: efficace ma poco
pratico in una societ? dove le pubblicit? (anche alimentari sono dappertutto.
Inoltre, i terapisti devono evitare di colpevolizzare il soggetto per il
mancato autocontrollo: oltre ad essere inutile, la sanzione aggiunge danno
psicologico in una situazione gi? difficile.
Matteo Clerici
FONTE: Ashley N. Gearhardt; Sonja Yokum; Patrick T. Orr; Eric Stice; William
R. Corbin; Kelly D. Brownell, "Neural Correlates of Food Addiction", Arch Gen
Psychiatry, Apr 2011; doi:10.1001/archgenpsychiatry.2011.32? NEWSFOOD.com -
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