(28-04-11) Omega-3 e depressione
Un'elevata assunzione di acido alfa-linolenico e una bassa assunzione di acido
linoleico, sembrano ridurre il rischio d'insorgenza della depressione nelle
donne.
Questi, nella sostanza, i risultati di uno studio prospettico condotto su
54,632 infermiere partecipanti al Nurses' Health Study di et? compresa tra 50 e
77 anni che al tempo 0 erano libere da sintomi depressivi. I dati dei consumi
alimentari venivano elaborati dalle risposte a questionari validati (FFQ) e la
diagnosi clinica di depressione veniva formulata in base alla diagnosi del
medico o in base all'assunzione regolare di farmaci antidepressivi. Durante 10
anni (1996-2006) di follow-up sono stati registrati 2823 casi di depressione.
Riguardo ai consumi alimentari, si ? visto che l'assunzione di omega-3 a lunga
catena, provenienti dal consumo di pesce, non era associata al rischio
depressione, mentre l'assunzione di acido alfa-linolenico (ALA) era
inversamente correlata al rischio di depressione. La correlazione inversa era
ancora pi? marcata nelle donne con basso intake di acido linoleico (LA). Questi
risultati non confermano l'atteso effetto protettivo degli acidi grassi omega-3
a lunga catena nei confronti del rischio di depressione, sebbene si possa
avanzare l'ipotesi che un'elevata assunzione di ALA accoppiata a una bassa
assunzione di LA possano ridurre il rischio di depressione. Un'ipotesi ancora
da confermare.
Fonte: Am J Clin Nutr. 2011 Apr 6. [Epub ahead of print] Dietary intake of n-3
and n-6 fatty acids and the risk of clinical depression in women: a 10-y
prospective follow-up study.
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