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Le ricerche di Gerona 2005

(02-05-11) Fibrillazione atriale: da controllare i fattori di rischio cardiovascolare




Oltre la met? dei casi di fibrillazione atriale potrebbe essere evitato
attraverso un'ottimizzazione del controllo dei fattori di rischio
cardiovascolare. ? uno dei risultati che Rachel R. Huxley, della divisione di
Epidemiologia e salute comunitaria della university of Minnisota, a
Minneapolis, e collaboratori, hanno tratto analizzando i dati dei 14.598
partecipanti allo studio Aric (Atherosclerosis risk in communities).

I ricercatori hanno suddiviso i fattori di rischio consolidati per
fibrillazione atriale - quali ipertensione arteriosa, elevato indice di massa
corporea, diabete meliito, fumo di sigaretta, e pregressa malattia cardiaca -
in 3 livelli: ottimale, borderline, elevato. Sulla base dei livelli dei fattori
di rischio, i soggetti sono stati quindi classificati in uno di 3 gruppi dalle
analoghe denominazioni. La frazione attribuibile nella popolazione di
fibrillazione atriale dovuta a un profilo di rischio non ottimale ? stata
valutata in modo separato negli uomini e nelle donne, causasici e non
caucasici. Nel corso di un follow-up medio di 17,1 anni, sono stati
identificati 1.520 casi incidenti di fibrillazione atriale.

I tassi di incidenza aggiustati per et? pi? alti si sono avuti nei maschi
bianchi mentre quelli pi? bassi si sono riscontrati nelle donne di colore (7,45
e 3,67 per 1.000 anni-persona, rispettivamente). La prevalenza complessiva del
profilo ottimale di rischio si ? attestata su 5,4%, ma ? apparsa variabile a
seconda dell'etnia e del genere: 10% nelle donne caucasiche vs 1,6% nei maschi
neri. Nel complesso, il 56,5% dei casi di fibrillazione atriale pu? essere
spiegato con il fatto di avere uno o pi? fattori di rischio di livello
borderline o elevato; tra questi fattori, comunque, l'elevata pressione
arteriosa rappresenta l'elemento pi? importante.

Fonti:
Circulation. 2011 Apr 12;123(14):1501-8
teamsalute.it

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