(05-06-11) Allergie alimentari nell?infanzia: casi in aumento
Un'onda che rischia di trasformarsi in tsunami. Cos? la ricercatrice australiana Susan Prescott mette in guardia sullo sviluppo delle allergie alimentari tra i bambini. In dieci anni, infatti, i casi sono raddoppiati, interessando il 10% della popolazione infantile. E stando alle prospettive della Prescott, in futuro la percentuale potrebbe salire a quota 25-30%. Un fenomeno che interesser? anche i Paesi del Terzo Mondo, coinvolti nel processo di "occidentalizzazione".
Secondo la Prescott, dopo la prima onda, corrispondente al riscontro di problemi con pollini e acari nei genitori dei bambini allergici di oggi, la seconda onda riguarda gli stessi bambini, a cui talvolta vengono scoperte allergie ancor prima dello svezzamento. Inquinamento, cambiamenti nella dieta, ma anche in alcuni batteri intestinali: queste alcune cause correlate all'aumento dei problemi.
Sul fenomeno ? rivolta anche l'attenzione dei medici riuniti a Roma per il congresso della Federazione delle societ? di allergologia e immunologia clinica. Analizzando vari dati raccolti tra il 2000 e il 2010, si stima che in futuro almeno met? di tutta la popolazione soffrir? di allergie, respiratorie o alimentari.
Per quanto riguarda queste ultime, nel 90% dei casi riguardano uova e latte. ?Con l'arrivo dell'adolescenza, vediamo nella gran parte dei pazienti un passaggio verso la tolleranza di certi alimenti, ma i problemi possono rimanifestarsi nell'et? adulta - sottolinea Donatella Macchia, membro del direttivo nazionale della Societ? italiana di allergologia e immunologia clinica - La malattia non scompare, ma pu? essere sopita?. Per prevenire il problema, attenzione dunque all'alimentazione dei bambini, che nei primi anni dovrebbe essere stabilita con un pediatra. Inoltre, meglio ritardare alimenti come crostacei, frutta secca o esotica. Dal punto di vista delle cure, una soluzione recente ? la terapia desensibilizzante, con cui si somministra al bambino una piccola dose del cibo a cui allergico. L'operazione pu? essere pericolosa e quindi va fatta in ospedale.
Fonte: edott.it
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