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Le ricerche di Gerona 2005

(27-05-06)I nefrologi a congresso lanciano l'allarme sindrome metabolica



Il Pensiero Scientifico Editore

Quasi 30 milioni di italiani obesi o in sovrappeso, diagnosticati o meno. Circa 15 milioni con la pressione arteriosa pi? elevata di quanto stabiliscano le linee guida internazionali. E 5 milioni di persone che soffrono di diabete o sono comunque a rischio, spesso senza neppure saperlo. Sono questi i numeri richiamati in occasione del 47? Congresso della Societ? Italiana di Nefrologia (SIN), che si tiene a Roma in questi giorni. Numeri che danno la misura di quanto sia diffusa la condizione patologica che associa obesit?, ipertensione arteriosa e insulino-resistenza (detta sindrome metabolica), divenuta ormai una vera e propria pandemia.
"La sindrome metabolica", spiega Carmine Zoccali, presidente eletto della SIN e dirigente di primo livello dell'UO di Nefrologia Dialisi e Trapianto presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, "costituisce un rischio crescente per il sistema cardio-circolatorio. E, dal momento che cuore e rene sono legati a filo doppio, le patologie che colpiscono il primo finiscono spesso per danneggiare anche il secondo". Tant'? vero che, stando ai dati del Registro dialisi e trapianti della Societ? di Nefrologia, la prevalenza delle insufficienze renali nelle persone affette da malattie circolatorie e metaboliche si aggira intorno al 60 per cento. In pratica gli oltre 50.000 pazienti nefropatici assistiti nelle strutture della Nefrologia italiana, di cui pi? di 34 mila in dialisi su 9 mila ?posti-rene" (cio? postazioni per la dialisi), rischiano di moltiplicarsi nei prossimi anni se non si interviene con misure di prevenzione. Dunque, primo obiettivo vigilare sui fattori di rischio cardiaci e renali e sulla funzionalit? renale: variazioni anche piccole della quantit? di creatinina nel sangue devono spingerci a intervenire senza indugio, modificando lo stile di vita ed eventualmente iniziando una terapia con farmaci adeguati per la protezione del rene?.
Per contrastare e per gestire al meglio quella che rischia di diventare col tempo una vera e propria emergenza, i nefrologi italiani avevano dedicato alla prevenzione un Progetto ad hoc, con l?obiettivo di realizzare ?quipe multidisciplinari insieme ai medici di famiglia, ai cardiologi e agli endocrinologi. Oltre a questo progetto, nella gestione appena conclusa la Societ? Italiana di Nefrologia - che raccoglie i medici specialisti che curano le malattie dei reni e delle vie urinarie in tutto il territorio della penisola, qualcosa come 2.300 soci in 10 sezioni regionali e interregionali - ha portato a termine con successo altri tre importanti progetti sanitari, epidemiologici e scientifici lanciati lo scorso anno per la ricerca dell?eccellenza in Nefrologia.
"In particolare", ricorda Francesco Paolo Schena, presidente SIN e dirigente di primo livello della Divisione Nefrologia, Dialisi e Trapianto presso l'Ospedale Policlinico universitario di Bari, "abbiamo lavorato per il miglioramento dei servizi di diagnosi e cura del paziente trapiantato, con un progetto realizzato insieme al Centro Nazionale Trapianti e ai Centri Trapianti Regionali, per l?aggiornamento dei nefrologi. Inoltre, abbiamo realizzato il Libro Bianco della Ricerca Nefrologica, vero ?biglietto da visita? della SIN distribuito in tutti i paesi dell?Unione Europea (un progetto basato sul primo Censimento online dei Centri Dialisi e delle Unit? Operative di Nefrologia, dialisi e trapianto, realizzato dalla SIN). E, a proposito di ricerca, al 47? Congresso SIN si parla anche di ricerca avanzata con le cellule staminali adulte. Un network di laboratori italiani ha isolato le cellule staminali dal rene. Ora si sta cercando di valutare la possibilit? di utilizzare tali colture di cellule per riparare i tessuti renali danneggiati. ? la cosiddetta medicina rigenerativa, un campo ancora pionieristico della ricerca nefrologica, ma sul quale stiamo lavorando con grande passione, anche se i risultati non sono dietro l'angolo".

Fonte: Ufficio stampa SIN 2006.

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