(17-07-11) Diabete: oscillazioni della glicemia affaticano il cuore
C'? una sorta di somiglianza tra pressione arteriosa e glicemia. Come la pressione, quando oscilla molto, danneggia vasi e cuore, cos? una glicemia troppo fluttuante aumenta il rischio di alterare la funzione del ventricolo sinistro, prospettando cos? un possibile scompenso cardiaco. La dimostrazione arriva da una ricerca promosso dalla Societ? Italiana di Diabetologia e condotto dall'universit? Tor Vergata di Roma.
?Sapevamo che i picchi di glucosio possono provocare un grosso stress ossidativo ai tessuti - commenta Simona Frontoni - coordinatrice dello studio - i risultati della nostra ricerca indicano che questo meccanismo molto probabilmente ? diretto responsabile anche di danni degli organi. Si tratta di lesioni iniziali, certo; ma se non si interviene per riportare un buon compenso glicemico i danni cardiaci possono progredire?. Gli sbalzi in genere non si vedono tramite l'esame dell'emoglobina glicata, che misura una media della glicemia nell'arco di due-tre mesi. Le rilevazioni emerse nello studio sono state rese possibili grazie a una rilevazione continua dei pazienti attraverso holter glicemico. Questa soluzione, al momento, non ? applicabile a tutti i casi, per via del costo, ma anche perch? i dati emersi sono ancora preliminari e sono necessari approfondimenti. In futuro, per?, ? probabile un aumento nella frequenza delle misurazioni. Una prospettiva auspicata anche dall'Associazione Medici Diabetologi: come sostenuto nell'ultimo congresso, l'intento ? di arrivare a una terapia pi? individuale, basata anche sui risultati dell'automonitoraggio della glicemia, da fare per qualche giorno prima della visita di controllo.
Al momento, dunque, l'esame principale resta quello dell'emoglobina glicata. Il valore ottimale da riportare ? sotto il 7%. Tuttavia, come rilevato dall'Associazione Medici Diabetologi, solo il 25% dei pazienti con diabete di tipo I, e solo il 44% dei diabetici di tipo II, riesce a rimanere entro la soglia indicata. Per questo motivo, la terapia personalizzata ? vista anche come un metodo per rendere i pazienti pi? responsabili nel controllo, prevenendo meglio le possibili complicazioni.
Fonte: edott.it
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