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Le ricerche di Gerona 2005

(01-06-06) Sull?infarto femminile pesa la psiche



Mal di cuore e depressione, un binomio fondato sia sul piano storico (l?associazione si trova anche in grandi personaggi del passato) sia sul piano dell?epidemiologia. La stessa epidemiologia che, a proposito di depressione, segnala come la popolazione femminile sia pi? esposta a questo disturbo dell?umore (si veda qui per quali motivi). C?? poi un?altra circostanza: le donne giovani, cio? di et? inferiore a 60 anni, hanno una mortalit? per infarto o altri accidenti cardiovascolari decisamente superiore agli uomini (dal 50 al 100% in pi?) anche a parit? di gravit? della malattia, di trattamento ricevuto e altri aspetti che potrebbero influenzare il corso della malattia. Un gruppo di ricerca statunitense si ? chiesto se la differenza non potesse essere data proprio dalla maggiore esposizione che, teoricamente, persone di sesso femminile, e in pi? giovani, hanno nei confronti della depressione. Una deduzione logica, ma che andava provata.

Una bella differenza
Per stabilire se il nesso esisteva, era necessario valutare se la frequenza della depressione, e anche la sua gravit?, erano maggiori in questo gruppo rispetto agli altri. Cos?, ? stato coinvolto un gruppo di circa 2500 pazienti ricoverati per infarto acuto in 19 centri statunitensi, 1284 di et? inferiore ai 60, uomini e donne. Dopo ldopo il trattamento per l?infarto, i pazienti sono stati valutati sul piano psichiatrico con un apposito questionario (Primary Care Evaluation of Mental Disorders Brief Patient Health Questionnaire) e venivano considerati affetti da depressione se facevano registrare un punteggio pari a 10 o superiore. Il primo dato ricavato ? che il punteggio medio pi? elevato, quindi la maggiore sofferenza psicologica, si aveva proprio nei giovani rispetto agli anziani (6,5 contro 5), e nelle donne rispetto agli uomini, senza distinguere l?et? (6,8 contro 5,2). Procedendo alla stratificazione in base e al sesso e all?et?, erano proprio le donne giovani quelle pi? sofferenti (con un punteggio medio di 8,2). Quanto al numero di persone depresse in senso stretto, erano sempre loro le pi? colpite, con il 40%, seguivano gli uomini di parie et? (22%), le donne che avevano superato la sessantina (21%), e buoni ultimi gli uomini ultrasessantenni (15%).

Pazienti da controllare
Insomma, il medico, di fronte a una donna colpita da infarto prima dei sessanta deve tenere presente che quasi in un caso su due bisogna sospettare la depressione, e trattarla. Cosa che, almeno nella casistica dello studio, accade soltanto nel 18% dei casi. Quale trattamento attuare? Gli studi precedenti non hanno mostrato una chiara efficacia della psicoterapia, non tanto sulla depressione in s?, quanto sulla riduzione della mortalit? a seguito dell?infarto o sul ripresentarsi dell?infarto stesso. Diverso il ricorso agli antidepressivi, che qualche risultato l?hanno dato. Niente di clamoroso, ma va considerato che si trattava di studi abbastanza piccoli. Quello che gli autori raccomandano ?, quantomeno, di continuare la sorveglianza della paziente e, comunque, di avviare un trattamento specifico quando i sintomi dovessero persistere o, peggio, aggravarsi.

Maurizio Imperiali


Fonte
Mallik S et al. Depressive symptoms after acute myocardial infarction: evidence for highest rates in younger women. Arch Intern Med. 2006 Apr 24;166(8):876-83.

Doctor33

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