Seguici su acebook facebook Cerca nel sito:

Le ricerche di Gerona 2005

(01-06-06) Cancro della prostata e dieta



Il tumore alla prostata ? la forma di tumore non epiteliale pi? diffusa tra gli uomini negli Stati Uniti con un rischio stimato pari al 16,6 % per la razza caucasica e al 18,1% per gli afro americani e un rischio cumulativo di morte per l'intera durata della vita rispettivamente del 3,5% e del 4,3%. La discrepanza fra l'incidenza clinica e la percentuale di mortalit? rivela che non tutti i tumori prostatici evolvono in maniera simile. Molti rimangono in forma latente e non si manifestano mai clinicamente. Ci? nonostante focolai di tumore alla prostata si possono riscontrare nel 30% degli uomini sopra i 50 anni, una percentuale che aumenta con il progredire dell'et?. Il tumore alla prostata rimane la seconda causa di morte per cancro nel maschio con approssimativamente 30.000 morti all'anno negli Stati Uniti.
L'incidenza di carcinomi di piccole dimensioni e latenti ? simile in molte popolazioni. Esistono comunque variazioni sostanziali nell'incidenza clinica del tumore alla prostata che passa da 1 caso/100.000 in Cina ai 45-65 casi/100.000 nella popolazione bianca e 102 casi/100.000 tra gli afro americani degli Stati Uniti d'America. Questi valori cambiano quando si verifica uno spostamento in aree geografiche differenti. Il tumore alla prostata negli uomini cinesi e giapponesi aumenta se si trasferiscono negli Stati Uniti, suggerendo cos? una forte influenza dello stile di vita. Da queste osservazioni prende origine l'ipotesi che fattori comportamentali, come la dieta, possano promuovere la progressione del tumore alla prostata da una forma latente a una forma pi? aggressiva.
In una review pubblicata su Prostate Cancer and Prostatic Disease gli esperti della UCLA University di Los Angeles hanno analizzato le evidenze scientifiche derivate dagli studi epidemiologici che suggeriscono come i fattori ambientali possono mediare la trasformazione di un cancro prostatico latente in un tumore clinicamente manifesto e come la dieta pu? influenzare questa progressione. Una stretta relazione fra il consumo medio pro capite di grassi e la mortalit? per tumore alla prostata ha suscitato a livello internazionale interesse per i meccanismi che spiegano questo legame, come i valori di androgeni nel siero, i radicali liberi, i metaboliti proinfiammatori degli acidi grassi o il fattore di crescita insulino simile. Numerosi studi preclinici hanno evidenziato il ruolo protettivo nei confronti del cancro alla prostata svolto dalle statine che inibiscono l' HMG-CoA reduttasi, anche se non sono molti i trial che hanno dimostrato un ruolo delle statine nella riduzione del rischio di tumore alla prostata.
Il licopene, un potente antiossidante presente nei pomodori, potrebbe esercitare un effettivo ruolo di protezione sulla prostata. Questo potente antiossidante, presente anche nei derivati derivati del pomodoro, quali la salsa, il suo concentrato e il ketchup, si pensa protegga le cellule prostatiche dall'ossidazione o blocchi la proliferazione cellulare IGF mediata.
Il selenio e la vitamina E si sono dimostrati in grado di ridurre il rischio di cancro alla prostata. I risultati promettenti sui loro benefici effetti nella riduzione del rischio di tumore prostatico sono alla base del SELECT ( Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial) un trial clinico attualmente in corso, sponsorizzato dal National Cancer Institute, il cui fine ? testare l'efficacia del selenio e della vitamina E nella prevenzione del tumore alla prostata. I risultati di questo trial si avranno nel 2013.
Il calcio pu? supportare gli effetti antiproliferativi della vitamina D sul cancro prostatico. Alcune evidenze epidemiologiche hanno dato il via all'interesse iniziale sugli effetti della vitamina D e del calcio sul rischio di cancro alla prostata. Fra queste il fatto che gli uomini che abitano a latitudini a nord, con una minore esposizione alla luce del sole (che converte la vitamina D da inattiva ad attiva nella pelle) hanno un tasso di mortalit? maggiore per cancro alla prostata. Inoltre l'evidenza di una maggior frequenza di ca prostatico in uomini anziani, per i quali la deficienza di vitamina D ? pi? comune e l'osservazione che gli Afro-Americani, nei quali la melanina della pelle blocca la radiazione UV e di conseguenza inibisce l'attivazione della vitamina D, hanno la pi? elevata incidenza e percentuale di mortalit? del globo per cancro alla prostata.
Alcune proteine della soia, comuni nella dieta asiatica, si sono dimostrate in grado di inibire la crescita delle cellule tumorali prostatiche. Gli epidemiologi pensano che la dieta ricca di soia e di the verde degli uomini asiatici possa almeno in parte giustificare il fatto che il loro rischio di cancro alla prostata sia decisamente inferiore rispetto a uomini di altre etnie, ma al momento l'evidenza clinica ? limitata.
In conclusione nonostante i numerosissimi dati contraddittori presenti negli studi clinici rimane interessante la potenziale capacit? di numerose sostanze presenti nella dieta di prevenire lo sviluppo e la progressione del tumore alla prostata. I dati ottenuti dopo lo spostamento di individui da un'area ad un'altra, prova il coinvolgimento di fattori ambientali nella progressione delle forme latenti di tumore alla prostata a forme clinicamente evidenti, avallando un possibile ruolo della dieta in tale progressione. Inoltre le malattie cardiovascolari rimangono la causa principale di morte dei pazienti in tutti gli studi clinici presi in considerazione in questa review e alcuni meccanismi potenzialmente coinvolti nell'aumento del rischio per malattie cardiache possono anche aumentare il rischio di tumore alla prostata.
Quindi l'approccio del medico potrebbe essere quello di raccomandare cambiamenti delle abitudini alimentari che possono arrecare beneficio nei confronti di entrambe le patologie dal momento che le modifiche che riducono il rischio di malattie cardiovascolari sembrano essere di aiuto anche nella diminuzione del rischio di tumore prostatico. Questo ? l'aspetto che dovrebbe essere messo in evidenza con i pazienti che chiedono di poter diminuire il loro rischio di sviluppare un tumore alla prostata.

A cura di Danilo Cadamosti

Fonte: univadis.it

News

  • (30-08-2018) The electronics in fluorescent bulbs and light emitting diodes (LED), rather than ultraviolet radiation, cause increased malignant melanoma incidence in indoor office workers and tanning bed users

    Leggi tutto

  • (30-08-2018) Mitocondri e peso forma

    Leggi tutto

  • (29-08-2018) Stroke now impacting younger patients as a result of the obesity epidemic; 4 in 10 are now aged 40-69

    Leggi tutto

  • (29-08-2018) Perdere peso non vuol dire perdere osso!

    Leggi tutto

  • (29-08-2018) Brain cholesterol: long secret life behind a barrier.

    Leggi tutto

  • (29-08-2018) Stile di vita sano? Si può, basta usare la fantasia

    Leggi tutto

  • (22-08-2018) Top 10 medical treatments that can make you SICKER than before you took them

    Leggi tutto

  • (22-08-2018) Meno ansia - C’è una associazione tra dieta e disturbi mentali?

    Leggi tutto

  • (22-08-2018) Dietary curcumin supplementation attenuates inflammation, hepatic injury and oxidative damage in a rat model of intra-uterine growth retardation.

    Leggi tutto

  • (22-08-2018) Dopo la gravidanza - Una dieta a basso indice glicemico se serve perdere peso

    Leggi tutto

  • (21-08-2018) Sleep Disturbances Can Be Prospectively Observed in Patients with an Inactive Inflammatory Bowel Disease.

    Leggi tutto

  • (21-08-2018) Anche i neo-papà soffrono della depressione post partum

    Leggi tutto


In evidenza

"L'informazione presente nel sito serve a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente."

Per coloro che hanno problemi di salute si consiglia di consultare sempre il proprio medico curante.

Informazioni utili