(11-10-11) Fazio, per obesi reparti a misura di XXL e rete sul territorio
Milano, 3 ott. (Adnkronos Salute) - Perch? l'Italia sia anche un Paese per oversize, servono "reparti attrezzati a misura di obeso negli ospedali, mezzi di trasporto in grado di accoglierli, una rete assistenziale sul territorio che garantisca continuit? nel percorso riabilitativo". E' la ricetta del ministro della Salute Ferruccio Fazio, intervenuto oggi a Milano a un convegno sull'obesit?, organizzato dall'Istituto auxologico per approfondire temi come la complessit? di questi pazienti e le nuove linee di indirizzo in riabilitazione. "Due sono gli aspetti che vanno presi in considerazione per il paziente obeso - riflette il ministro - Di questi uno non ? prettamente medico, ma non per questo ? di minore rilevanza: si tratta di garantire l'inserimento del paziente obeso nella vita di relazione, con reparti ospedalieri attrezzati a misura di obeso, mezzi di trasporto adeguati e misure che rispondano a esigenze legate alla vita di tutti i giorni. Poi c'? il problema della riabilitazione. L'obeso ? un paziente cronico. E la politica sanitaria di questo Governo punta a gestire il paziente cronico il pi? possibile sul territorio. Di conseguenza l'obeso va gestito fondamentalmente con una rete che poggia sul territorio, mentre i passaggi in ospedale devono essere pi? brevi e legati alla riacutizzazione della malattia". Questa, secondo Fazio, deve essere la strategia per affrontare un'emergenza all'ordine del giorno. "A New York, durante una riunione dell'Onu sulle malattie non trasmissibili, ? stato questo l'argomento pi? discusso. L'obesit? ? un grave problema nazionale per gli adulti", oltre 20 milioni quelli colpiti, "ma altrettanto preoccupanti sono i dati sui bambini: il 12% ? obeso e il 23% in sovrappeso, con picchi in regioni come la Campania", dove fra sovrappeso e obesit? si sale al 49%, contro la media nazionale del 35%. L'obeso grave "? una malato cronico - ribadisce Fazio - che va seguito nel tempo e richiede una continuit? assistenziale sul territorio. A tale scopo abbiamo varato un progetto riabilitativo che prevede una rete di assistenza territoriale in grado di offrire i vari accertamenti diagnostici e l'intervento di clinici qualificati nelle varie specialit?, a seconda dei livelli di gravit? della patologia". Alle porte di questa rete c'? il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta, a un livello successivo i Servizi igiene alimenti e nutrizione (Sian), e a seguire l'ambulatorio polispecialistico, il day hospital, la riabilitazione domiciliare intensiva e alla fine il ricovero per acuti. "Per fare una battuta, l'obesit? non ? una patologia da trattare un 'tanto al chilo', ma richiede invece un approccio multidimensionale e integrato che metta al centro la persona, con tutte le sue problematiche, e non soltanto l'obesit? in se stessa", insiste il ministro."La principale mancanza a cui porre rimedio - aggiunge Antonio Liuzzi, endocrinologo e primario di medicina interna all'Auxologico di Piancavallo (Verbania) - ? che troppo spesso vediamo pazienti rifiutati dai reparti di riabilitazione specialistica perch? gravemente obesi, e non accettati dai reparti di riabilitazione per l'obeso perch? complicati da patologie specialistiche soprattutto respiratorie". Un approccio razionale alla riabilitazione del paziente obeso, osserva Alberto Zanchetti, direttore scientifico dell'Auxologico, "dovrebbe tener conto dei due fattori determinanti il quadro clinico: grado di obesit? e patologie associate o comorbidit?. Il grado di obesit? viene oggi valutato con l'indice di massa corporea (Bmi), che d? una valutazione solo indiretta e quindi potenzialmente fallace della quantit? di tessuto adiposo. Questo ? uno dei motivi per cui un Bmi relativamente basso pu? associarsi a gravi comorbidit?, mentre pazienti con elevati valori di questo indice possono presentarsi in condizioni di salute apparentemente buone se si eccettuano le patologie osteoarticolari". Il primo punto, continua, "? quindi quello di sviluppare specifiche scale di disabilit? che tengano conto delle peculiarit? della riabilitazione del paziente obeso, per determinare livelli di assistenza economicamente e clinicamente appropriati alle varie situazioni". Ma Zanchetti propone anche una riorganizzazione che ruoti intorno a pochi e specializzati ospedali per obesi, punto di riferimento di una rete territoriale. "Sarebbe indispensabile - spiega - una rete di strutture sul territorio collegate tra di loro e con comuni protocolli per garantire la continuit? dei processi. Questi presidi di primo e secondo livello dovrebbero fare capo a pochi 'ospedali per obesi', dove il paziente possa fruire di ogni intervento dalla chirurgia, non solo bariatrica, alla riabilitazione intensiva con personale sanitario idoneo alla gestione di situazioni cliniche complesse".
Fonte: quotivadis
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