(07-11-11) Oltre un milione gli italiani malati di gotta, 5 mln a rischio
E? una malattia di cui non si parla pi?, relegata nell?archivio delle patologie del passato, come il vaiolo o la peste. Eppure la gotta continua a colpire: solo in Italia si contano oltre un milione di malati, ma soprattutto si stima ci siano 5 milioni di persone a rischio di ammalarsi.
Per questo a novembre partir? in 8 piazze e 20 centri commerciali delle pi? importanti citt? italiane il 'Mese della Gotta', Campagna nazionale promossa da SIR (Societ? Italiana di Reumatologia) e SIMG (Societ? Italiana di Medicina Generale), con il patrocinio del Ministero della Salute e delle amministrazioni dei Comuni coinvolti nel progetto (Milano, Padova, Firenze, Genova, Roma, Napoli, Bari, Palermo).
Per tutto il mese l?iniziativa prevede strutture itineranti all?interno delle quali operatori sanitari effettueranno alcuni test per verificare se il ?rischio gotta? ? superiore al normale: un mini-questionario, la misurazione della pressione e una misurazione istantanea del livello di acido urico nel sangue. Secondo i dati di una recente indagine statunitense, la gotta occupa il secondo posto, dopo l?artrosi, fra le malattie reumatiche pi? frequenti negli USA.
In Italia si stima vi siano circa 1 milione di gottosi - prevalentemente uomini, ma con un?aumentata incidenza femminile dopo la menopausa e tra le donne pi? giovani che fanno uso di diuretici per mantenere la linea. Ma sarebbero circa 5 milioni le persone che presentano livelli di acido urico elevato, quindi a rischio di ammalarsi.
?Questa malattia reumatica in Italia ? sottovalutata e sottodiagnosticata?, afferma Giovanni Minisola, Presidente SIR e Primario della Divisione di Reumatologia dell?Ospedale di Alta Specializzazione 'San Camillo' di Roma.
?Fra i fattori di rischio vi sono il sovrappeso, l?alimentazione sbilanciata e ipercalorica, lo stile di vita poco o affatto salutare, l?allungamento della vita media e gli effetti indesiderati di alcuni medicinali?.
?E? una malattia da cure primarie?, conferma Claudio Cricelli, presidente SIMG. ?Il medico di medicina generale deve impegnarsi nel promuovere l?adozione di stili di vita sani, a partire da una corretta alimentazione. Accanto ai classici alimenti ricchi di purine (frattaglie, crostacei, insaccati, cacciagione e carni soprattutto di manzo, maiale e agnello), materia prima per la formazione di acido urico, anche nel nostro Paese sta aumentando - soprattutto fra i giovani - il consumo di birra, fonte primaria di purine, e di bevande dolcificate con fruttosio, che pu? ridurre la capacit? dei reni di eliminare l?acido urico?.
Inoltre, anche in Italia sta prendendo piede la ?moda? delle diete iperproteiche, che possono di diventare un fattore di rischio per l?iperuricemia.
Fonte: paginemediche.it
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