(13-01-12) Correre fa bene al cuore Non per forza la maratona
Si diffonde la ?mania? dei 42 chilometri. Ma la fatica prolungata non ? per tutti, anche se si ? allenati
MILANO - Da qualche tempo insospettabili di tutte le et? si danno alla maratona, 42 chilometri e spiccioli di fatica vera. Ormai ci sono almeno 500 maratone in giro per il mondo, i partecipanti sono oltre un milione e crescono al ritmo del 5% ogni anno. I neofiti discettano della scarpa ideale, delle tabelle d'allenamento e c'? pure chi accarezza il sogno di partecipare prima o poi alle gare di ultra-triathlon (o ironman), dove, una dietro l'altra, si inanellano una maratona, una nuotata di circa 4 chilometri e una corsa in bicicletta di 180 chilometri. Ora una ricerca pubblicata sull'European Heart Journal avverte: chi esagera con gli sport di (estrema) resistenza pu? ritrovarsi con qualche danno cardiaco che nella maggioranza dei casi si recupera entro pochi giorni, ma che in circa il 10% degli atleti permane per mesi.
LO STUDIO - Lo hanno verificato ricercatori belgi e australiani studiando 40 partecipanti a maratone, ultra-triathlon, triathlon di resistenza o gare di bicicletta in montagna: nessuno aveva problemi cardiaci e tutti erano molto allenati (si esercitavano intensamente almeno 10 ore alla settimana). Sottoponendoli a risonanza magnetica, ecocardiogramma ed esami del sangue prima della gara, immediatamente dopo e 7-10 giorni dopo, i medici si sono accorti che tutti al termine della competizione avevano il "cuore gonfio": il volume cardiaco era aumentato, la funzionalit? del ventricolo destro era diminuita. Nel giro di 7 giorni la maggioranza era tornata nella norma, ma alcuni manifestavano ancora zone di sofferenza nel ventricolo destro. ?Il dato ? nuovo, ma non sorprendente ? commenta Attilio Maseri, cardiologo e presidente della Fondazione per il Tuo Cuore-HCF ONLUS ?. I ricercatori hanno infatti considerato atleti che si sottopongono a prove per cui il corpo umano non ? adatto: un ironman richiede una prestazione fisica intensa per 11 ore. Con questi ultra-sforzi ? ovvio che emerga qualcuno suscettibile a sviluppare danni cardiaci, specialmente al ventricolo destro, che ? meno spesso e "forte" del sinistro, spinge il sangue nei polmoni ed ? perci? fatto per lavorare contro una pressione bassa. Quando durante lo sforzo intenso la pressione polmonare sale, il ventricolo destro lavora peggio e alla lunga pu? soffrirne?.
I CONTROLLI - Meglio rassegnarsi, l'ironman non ? per tutti. Ma vale lo stesso per la maratona? ?Chi vuole partecipare a queste gare, ogni settimana si allena in media dieci volte di pi? rispetto a quanto viene raccomandato per restare in forma e tenere sotto controllo i fattori di rischio cardiovascolare: di nuovo, ? plausibile che fra tanti ci sia qualcuno inadatto a una simile fatica ? osserva Maseri ?. La maratona non ? di per s? pericolosa, ma serve il buonsenso: se si va in affanno con facilit? ? meglio ridurre le aspettative. Ed ? ovviamente indispensabile la visita medica prima di iniziare qualsiasi tipo di allenamento?. Soprattutto chi ha pi? di 35 anni dovrebbe farsi controllare da un medico dello sport e sottoporsi almeno a un elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo; quindi, ? sempre opportuno allenarsi gradualmente, tenendo conto delle proprie caratteristiche e dei propri limiti. ?Come estrema cautela potrebbe essere opportuno ripetere i test quando si ? gi? abbastanza allenati e dopo un'eventuale maratona. In questo modo si pu? valutare se il cuore ha sub?to modificazioni e se queste rimangono a lungo ? consiglia il cardiologo ?. Ma solo esagerando si rischia davvero: la paura di danni al cuore non deve essere usata come scusa per non fare esercizio fisico. Chi svolge un'attivit? regolare abbastanza intensa vive in media 7-8 anni di pi? dei sedentari: dovrebbe bastare questo a convincerci che ? meglio muoversi. L'esercizio fisico migliora la funzionalit? del cuore e la qualit? della vita, perch? aumenta la sensazione di benessere: ? il farmaco pi? efficace, a buon mercato e privo di effetti collaterali che ci sia. Peraltro per stare bene non bisogna diventare maratoneti, ? sufficiente fare regolarmente una camminata a passo svelto. Il modo per capire se la velocit? ? quella giusta ? parlare con qualcuno: se non abbiamo neppure un po' di fiatone bisogna accelerare? conclude il cardiologo.
Fonte: Elena Meli
Corriere.it
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