(18-02-12) Memoria, troppo cibo raddoppia il rischio di problemi

Roma, 13 feb. (Adnkronos Salute) - Per una memoria di ferro, meglio evitare continue scorpacciate. Secondo una ricerca americana, infatti, consumare tra 2.100 e 6.000 calorie al giorno pu? raddoppiare il rischio di vuoti di memoria o decadimento cognitivo lieve (Mci) tra gli over 70. Lo studio sar? presentato all'American Academy of Neurology Annual Meeting, in programma a New Orleans dal 21 al 28 aprile.
In pratica, spiegano i ricercatori, chi mangia troppo rischia di incappare in problemi che si trovano a met? strada tra la normale perdita di memoria che si verifica con l'et? e l'Alzheimer precoce. "Abbiamo osservato una correlazione che, in pratica, mostra come maggiore ? la quantit? di calorie consumate ogni giorno, pi? alto risulta il rischio di decadimento cognitivo lieve", spiega Yonas Geda della Mayo Clinic di Scottsdale (Arizona), membro della American Academy of Neurology e autore dello studio.
La ricerca ha coinvolto 1.233 persone tra i 70 e gli 89 anni, non affette da demenza, che vivevano a Olmsted County, in Minnesota. Di questi, 163 soffrivano di Mci. Tutti i soggetti hanno registrato la quantit? di cibo consumato regolarmente in un questionario e sono stati divisi in tre gruppi, in base al consumo calorico giornaliero. Un terzo dei partecipanti totalizzava tra 600 ei 1.526 calorie al giorno, un altro terzo tra il 1.526 e il 2.143 e gli ultimi tra 2.143 e 6.000 al giorno. Le probabilit? di incappare nei problemi di memoria sono risultate pi? che raddoppiate per gli anziani che mangiavano di pi?, rispetto ai coetanei nel gruppo 'a stecchetto'. Un risultato confermato anche dopo aver tenuto conto di elemento come eventuali ictus, diabete, livello di istruzione e altri fattori che possono influenzare il rischio di una perdita di memoria. Non ? emersa alcuna differenza significativa di rischio, invece, per il gruppo intermedio. "Tagliare le calorie e seguire una dieta sana pu? essere un modo semplice per prevenire la perdita di memoria legata all'et?", conclude Geda.

Fonte: Quotivadis

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