(22-02-12) Malattia da fegato grasso non alcolica: primo perdere peso
Nel trattamento della malattia da fegato grasso non alcolica (Nafld) la perdita di peso rappresenta un intervento sicuro, in grado di migliorare l'istologia epatica e il profilo cardiometabolico. Per i pazienti che non rispondono agli interventi sugli stili di vita, il ricorso al pioglitazone consente di ridurre l'attivit? istologica della malattia, frenare la progressione della fibrosi e migliorare in modo esteso gli esiti cardiometabolici.Queste le conclusioni di una revisione sistematica e metanalisi operate da Giovanni Musso, dell'Ospedale Gradenigo di Torino, e colleghi, su 77 trial, di cui 40 relativi alla Nafld e 38 alla steatoepatite non alcolica (Nash): nel 41% dei casi gli studi analizzati riguardavano l'istologia post-trattamento, nel 71% il metablismo glucidico e nell'88% i fattori di rischio cardiovascolare. Come detto, ? emerso che la perdita di peso indotta dalle modificazioni dello stile di vita ? un trattamento sicuro per migliorare il profilo di rischio cardiometabolico; in particolare, una diminuzione di peso =/>7% determina un miglioramento dell'attivit? istologica di malattia, ma viene raggiunto solo da meno del 50% dei pazienti. Le statine e gli acidi grassi polinsaturi sono in grado di ridurre la steatosi, ma i loro effetti sull'istologia epatica non sono noti. Anche i tiazolidinedioni migliorano l'istologia della malattia; inoltre favoriscono il quadro glicemico, lipidico e delle variabili infiammatorie, e ritardano la progressione fibrotica. Da segnalare che il pioglitazone potenzia anche il controllo della pressione arteriosa. Va detto, comunque, che un aumento di peso (fino a 4,8%) ? comune tra i pazienti. Per quanto riguarda le sostanze antiossidanti, si hanno risultati contraddittori: la vitamina E migliora la malattia per 2 anni, ma aumenta l'insulinoresistenza e i trigliceridi plasmatici.
Fonti:
Diabetologia, 2012 Jan 27. [Epub ahead of print]
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