(02-03-12) Malattia da fegato grasso non alcolica: primo perdere peso
20 febbraio 2012 - Gastroenterologia
Nel trattamento della malattia da fegato grasso non alcolica (Nafld) la
perdita di peso rappresenta un intervento sicuro, in grado di migliorare
l'istologia epatica e il profilo cardiometabolico. Per i pazienti che non
rispondono agli interventi sugli stili di vita, il ricorso al pioglitazone
consente di ridurre l'attivit? istologica della malattia, frenare la
progressione della fibrosi e migliorare in modo esteso gli esiti
cardiometabolici.Queste le conclusioni di una revisione sistematica e
metanalisi operate da Giovanni Musso, dell'Ospedale Gradenigo di Torino, e
colleghi, su 77 trial, di cui 40 relativi alla Nafld e 38 alla steatoepatite
non alcolica (Nash): nel 41% dei casi gli studi analizzati riguardavano
l'istologia post-trattamento, nel 71% il metablismo glucidico e nell'88% i
fattori di rischio cardiovascolare. Come detto, ? emerso che la perdita di peso
indotta dalle modificazioni dello stile di vita ? un trattamento sicuro per
migliorare il profilo di rischio cardiometabolico; in particolare, una
diminuzione di peso =/>7% determina un miglioramento dell'attivit? istologica
di malattia, ma viene raggiunto solo da meno del 50% dei pazienti. Le statine e
gli acidi grassi polinsaturi sono in grado di ridurre la steatosi, ma i loro
effetti sull'istologia epatica non sono noti. Anche i tiazolidinedioni
migliorano l'istologia della malattia; inoltre favoriscono il quadro glicemico,
lipidico e delle variabili infiammatorie, e ritardano la progressione
fibrotica. Da segnalare che il pioglitazone potenzia anche il controllo della
pressione arteriosa. Va detto, comunque, che un aumento di peso (fino a 4,8%) ?
comune tra i pazienti. Per quanto riguarda le sostanze antiossidanti, si hanno
risultati contraddittori: la vitamina E migliora la malattia per 2 anni, ma
aumenta l'insulinoresistenza e i trigliceridi plasmatici.
Fonti:
Diabetologia, 2012 Jan 27. [Epub ahead of print]
teamsalute.it
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