(07-03-12) I broccoli, alleati per risolvere i problemi intestinali e non solo
FUNCTIONAL POINT - 5 marzo 2012
I broccoli e le banane sarebbereo utili alleati per risolvere i fastidiosi problemi intestinali, in particolare quelli collegati al morbo di Crohn.
A confermarlo scientificamente ? stato uno studio condotto da un'equipe di ricercatori dell'Universit? di Liverpool. I risultati della ricerca, pubblicati su Gut, indicano detti alimenti fanno da scudo contro tutti i batteri pericolosi che tentano di colonizzare l'intestino, tra cui l'Escherichia coli.
I broccoli prevengono l'infiammazione dell'intestino, riducendo la probabilit? di sviluppare il morbo di Crohn e i classici disturbi che interessano l'apparato gastrointestinale, come crampi a carico dei quadranti addominali inferiori, diarrea persistente, febbrixola e calo ponderale.
Un'altra ricerca pubblicata su Molecular cancer eseguita da ricercatori inglesi dell'Institute of Food Research del Norwich Research Park, afferma che i broccoli sarebbero in grado di intervenire nel meccanismo di sviluppo della cellula cancerogena nella prostata, bloccandone l'evoluzione.
Il merito di questa interessante azione ? del sulforafano, la sostanza chimica naturale presente nei broccoli gi? nota per le sue caratteristiche antitumorali.
Gli studiosi inglesi chiariscono il perch? delle propriet? anticancerogene delle crucifere: la ricerca, condotta analizzando gli effetti del sulforafano sul tessuto prostatico umano e sulle cellule tumorali di alcuni topolini, ha dimostrato che la sostamza chimica sembra inibire la crescita del tumore alla prostata. Tutto ruota intorno al gene Pten, che svolge un ruolo di primaria importanza nella protezione, tra gli altri, del carcinoma prostatico. Il gene ? noto per proteggere la salute delle cellule impedendo lori di trasformarsi in tumorali. In alcune cellule il gene manca o ? difettoso e questo pu? comportare che il cancro prenda il sopravvento. E' qui che entra in gioco il sulforafano: questa sostanza chimica sembra infatti in grado di sostituirsi al gene Pten, quando difettoso, bloccando la carcerogenesi.
Fonte: Marzio Nocchi
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