(12-03-12) Nutrizionista, su guerra a maxi-porzioni Italia leader nel mondo
Milano, 2 feb. (Adnkronos Salute) - "Riduci le porzioni, riduci il rischio". E' lo slogan protagonista della nuova campagna anti-obesit? partita in questi giorni a New York, per convincere i cittadini che per perdere peso e guadagnare salute la prima regola ? 'far dimagrire' il piatto. Una battaglia in cui l'Italia ? stata apripista nel mondo, osserva Giorgio Calabrese, docente di Nutrizione umana all'universit? del Piemonte Orientale di Alessandria. "In questo - precisa l'esperto all'Adnkronos Salute - gli americani arrivano un decennio dopo di noi, che abbiamo lanciato per primi il concetto di mezza porzione e avviato un'alleanza virtuosa con il mondo dell'industria alimentare. Le aziende del nostro Paese sono le migliori nel mondo e rispettano le regole pi? rigide", assicura lo specialista che promuove soprattutto l'idea dei "piccoli snack fuoripasto, sani ed equilibrati". La guerra dichiarata dal Dipartimento della Salute della Grande Mela ai mega-piatti stile fast food "per l'Italia non ? certo un'offensiva nuova", dice Calabrese. Fu proprio il nutrizionista, quando era componente della Commissione scientifica alimentazione e salute dell'allora ministro Girolamo Sirchia, a proporre la via delle mezze porzioni come strategia di alimentazione sana. Per tutti, a ogni et?. Un concetto dettato da quel buon senso "inizialmente radicato nella mentalit? della gente comune - spiega l'esperto - ma poi fatto proprio dall'industria alimentare italiana, anche sulla base degli indirizzi dati da noi nutrizionisti clinici". La filosofia del 'piatto pieno a poco prezzo' ha trovato la sua culla nelle societ? nordamericana e nordeuropea, ma "con la globalizzazione si ? diffusa in tutto il mondo arrivando a 'contagiare' anche i Paesi orientali", riflette Calabrese. L'Italia invece resiste, o comunque ha iniziato ben prima degli altri a correre ai ripari: "Se all'estero vai al ristorante e chiedi una bistecca, ti arrivano anche 300 grammi di carne, mentre da noi ne servono un etto e mezzo - esemplifica il nutrizionista - Se chiedi un piatto di riso o di pasta, i nostri ristoranti te ne danno 80 grammi, contro i 120-150 di quelli stranieri. Non solo: stanno anche attenti al condimento, perch? un conto ? il sugo di pomodoro e un altro ? la carbonara". Secondo Calabrese, insomma, nel Belpaese il concetto di 'piatto giusto' ? gi? ben saldo. Sia nel mondo della ristorazione sia in quello dell'industria alimentare, che con gli spezzafame a misura di spuntino propone "in poco 'spazio' la giusta dose di energia e il giusto apporto di nutrienti". Oltre a essere in ritardo di 10 anni rispetto all'Italia, prosegue Calabrese, "gli americani ci stanno 'copiando' anche in modo sbagliato. Credono infatti che sia sufficiente ridurre le quantit?, ma ? anche un problema di qualit?". Il vecchio, sano principio del 'poco ma buono'. "A chi, ad esempio, demonizza o teme snack e merendine - sostiene il nutrizionista - bisogna far capire che i piccoli fuori pasto, cos? come sono concepiti oggi, riescono a garantire la dose ideale di energia apportando pochi grassi, la giusta quantit? di proteine e carboidrati a 'pronta presa'". Zuccheri, cio?, utili "al bambino che fa colazione prima di andare a scuola o che fa uno spuntino a met? mattina", ma anche "all'anziano che deve abituarsi a mangiare porzioni piccole". Inoltre, "se il fuori pasto contiene per esempio anche latte e cereali, permette di assumere vitamine, acido linoleico e fibre che fanno produrre meno insulina". Senza considerare poi, osserva ancora l'esperto, che spesso 'pi? piccolo' significa anche 'pi? buono', perch? "con le mini-porzioni ci si abitua ad assaporare meglio l'alimento, mangiandolo piano e gustandolo meglio". Lo specialista conclude sfatando un altro falso mito: "Molto spesso consumare un alimento completamente privo di zuccheri ? controproducente - avverte Calabrese - perch? questa totale assenza crea un 'vuoto', lascia un desiderio che alla fine ti porta a mangiare altri alimenti, magari pi? ricchi di grassi".
Fonte: Quotivadis
Commento del Dr. Parisi: Breve ma quanto mai opportuno appunto sulle valutazioni che il noto collega nutrizionista clinico, nonch? commentatore televisivo, fa di snack , merendine ?latte e cereali? ! Senza entrare molto nei particolari a proposito del latte dico solo che contiene non pochi ma una discreta quantit? di grassi saturi ( senza peraltro demonizzare i grassi saturi!) a meno che non si specifichi se latte parzialm. o totalm. scremato. Cosa dire poi dei cereali che rispetto a un frutto di stagione di fibra ne ha ben poca e l? insulina si alza sicuramente molto di pi? con i cereali che non con la frutta ( basta vedere la tabella riguardante il carico glicemico degli alimenti dove i cereali hanno un CG sup. a 20 e il C.G. della frutta varia da 2 a 9! ) E poi di quali snack e merendine parla il Dr. Calabrese? Quasi sempre contengono tanti zuccheri e grassi idrogenati !! Alla faccia del vecchio sano principio ?poco ma buono? a me personalmente mi sa tanto di un moderno cattivo principio ? molto e cattivo!? Su Gerona sicuramente questi messaggi non passano!!
Per approfondimenti :
Libro : ?Mal di latte ?di L. Acerra . Macroedizioni
Art. Su Diabetes Care 31:2281-2283, 2008 sul carico glicemico
Su Gerona > Ricerche e news : ABC > Conservanti e dolcificanti da evitare di A. Romano
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