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Le ricerche di Gerona 2005

(21-06-06) Ormone mette in guardia dal rischio d'infarto



Gli infartuati potranno conoscere presto il rischio di avere un'altra ischemia al cuore. A smascherare il rischio ? un ormone chiamato "Brain natriuretic peptide" (Bnp), prodotto dalle cellule cardiache, i miociti. A quanto pare, le sue concentrazioni sono direttamente correlate alla gravit? della malattia coronarica. A rivelarlo uno studio del Dipartimento di medicina interna e la cardiologia dell'Universit? di Siena.
"In realt?", afferma il cardiologo Alberto Palazzuoli, coordinatore della ricerca, "sappiamo da tempo che il cuore produce il Bnp, e fino ad oggi l'ormone ? stato misurato nell'insufficienza cardiaca come fattore predittivo dello scompenso. Noi e altri centri lo abbiamo misurato nelle cardiopatie ischemiche, solo nei pazienti ricoverati, convinti che potesse aiutare a valutare il rischio di eventuali recidive dopo il primo infarto. I risultati ci hanno dato ragione: i pazienti con due o tre vasi arteriosi compromessi avevano concentrazioni maggiori di Bnp rispetto ai pazienti con uno o due vasi arteriosi coinvolti nel processo ischemico e aterosclerotico".
Questo vuol dire che quanto pi? elevati sono i livelli di Bnp tanto pi? il quadro clinico ? grave e le coronarie compromesse. Il dosaggio dell'ormone cardiaco da effettuare in caso di ischemia, viene in aiuto alla prevenzione secondaria per la quale l'unico marker fino ad oggi disponibile era la proteina C reattiva, non molto specifico.
Il Bnp ? prodotto dai miociti ogni volta che il cuore subisce un danno da riduzione di ossigeno. "In tal senso Bnp ? sinonimo di ischemia", dice Palazzuoli, "utile nei pazienti apparentemente a basso rischio e nei quali invece l'ormone ? molto alto. In questi casi la strategia diagnostica e terapeutica cambia. Per questi pazienti ad alto rischio si procede con la coronarografia per individuare le coronarie coinvolte, seguita, se possibile, da una precoce rivascolarizzazione. In generale il paziente viene sottoposto a trattamenti pi? intensivi e ad una terapia mirata della quale si potr? meglio valutare a distanza anche la risposta".
(mp. salmi)

Fonte: Repubblica.it

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