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Le ricerche di Gerona 2005

(01-04-12) Alti valori di vitamina D diminuiscono il rischio di Crohn



Elevati livelli plasmatici di 25-idrossivitamina D hanno dimostrato - in
un'ampia coorte costituita solo da donne - di ridurre in modo significativo il
rischio di morbo di Crohn e, seppure in modo statisticamente non significativo,
di colite ulcerosa. ? l'esito di una ricerca iniziata nel 1986, quando un team
di ricercatori afferenti a diverse strutture ospedaliere di Boston chiese a
72.719 donne, di et? compresa tra i 40 e i 73 anni, di compilare un
questionario relativo alla loro alimentazione e allo stile di vita; basandosi
su questi dati vennero elaborati valori predetti di 25(OH)D rispetto ai livelli
misurati direttamente nel plasma. Lungo un follow-up di 1.492.811 anni-persona,
durato complessivamente fino al 2008, gli autori - coordinati da Ashwin N.
Ananthakrishnan, del Massachusetts general hospital di Boston (Usa) - hanno
documentato 122 casi di morbo di Crohn e 123 di colite ulcerosa. Il livello
medio predetto di 25(OH)D ? stato di 22,3 ng/mL nel quartile inferiore e di
32,2 ng/mL in quello superiore. Rispetto al quartile con valori pi? bassi di
vitamina D, il quartile superiore si ? associato a un hazard ratio per il morbo
di Crohn di 0,54 e per la colite ulcerosa di 0,65. La correlazione inversa che
intercorre tra i livelli di vitamina D e queste due patologie si conferma in
modo ancora pi? evidente se si prende in considerazione il rischio delle donne
con livelli predetti di 25(OH)D superiori ai 30 ng/mL rispetto a quello delle
donne con valori inferiori ai 20 ng/mL: l'hazard ratio ? stato rispettivamente
di 0,38 e di 0,57 per la malattia di Crohn e per la colite ulcerosa.

Fonti:
Gastroenterology, 2012; 142(3):482-9
doctornews33

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