(29-04-12) Italiani creano topo lucciola per studiare proliferazione cellulare
Roma, 17 apr. (Adnkronos Salute) - Un topo lucciola creato in laboratorio 'fare luce' sui meccanismi cellulari, con applicazioni non solo nella lotta contro i tumori, ma anche in medicina rigenerativa, farmacologia e tossicologia. Lo speciale roditore transgenico, chiamato Mito-Luc, ? stato prodotto nel laboratorio di ricerca di oncogenesi molecolare dell'Istituto Regina Elena di Roma come modello sperimentale per gli studi sulla proliferazione cellulare.
L'animale - spiega una nota dell'Ire - ? stato ottenuto legando il gene della luciferasi, una proteina prodotta dalle lucciole, a un frammento di Dna del topo che dipende dal fattore di trascrizione NF-Y, una proteina strettamente coinvolta nel processo di divisione e moltiplicazione cellulare. Quando si trovano in fase di crescita, le cellule emettono bioluminescenza, una luce visibile dall'esterno semplicemente utilizzando una speciale macchina fotografica, senza alcun danno per l'animale. I topi lucciola, sviluppati dal team di Giulia Piaggio in collaborazione con il Dipartimento di farmacologia dell'Universit? di Milano, possono essere utilizzati per studi e rilevazioni a lungo termine.
I dati ottenuti sono pi? precisi - sottolinea l'Ire - e consentono di diminuire sensibilmente il numero di animali necessari alla sperimentazione. Il topo lucciola ha ottenuto la copertina di "Molecular Biology of the Cell", la rivista della Societ? americana di biologia cellulare, in uscita il 15 aprile e ora disponibile online.
Nel modello animale Mito-Luc, ogni volta che le cellule si dividono, ossia vanno in mitosi, producono NF-Y e si 'accendono'. Si osserva cos? che nelle aree del corpo a elevata proliferazione cellulare, come nei tumori, si produce una quantit? di luce tale da poter essere facilmente rilevata dall'esterno fotografando l'animale con un apparecchio ad hoc. I ricercatori guidati dalla Piaggio da diversi anni studiano l'attivit? biologica del fattore di trascrizione NF-Y: i risultati hanno dimostrato che la proteina agisce nel nucleo cellulare esplicando la propria attivit? solo in cellule proliferanti, che si stanno quindi dividendo, e non in quelle che sono uscite dal ciclo replicativo.
Poi l'idea dei ricercatori di usare NF-Y come 'indicatore' della divisione cellulare e di rendere la sua attivit? visibile accoppiandolo a una fonte di luce, la luciferasi di lucciola. "Le nostre conoscenze su NF-Y - spiega Piaggio - derivano da quella che possiamo chiamare ricerca di base. Il modello murino invece scaturisce dalla nostra volont? di trasferire questi risultati alla ricerca pre-clinica. Grazie alla proficua collaborazione con il team dell'Universit? di Milano, guidato da Paolo Ciana, abbiamo raggiunto tale obiettivo. E pensiamo che siano un potente strumento per misurare rapidamente e facilmente la proliferazione cellulare in molte applicazioni sperimentali di interesse medico. Inoltre -aggiunge- sono utili per prevedere, mappare e caratterizzare la tossicit? di vecchi e nuovi composti anti proliferativi con grandi implicazioni nel campo oncologico e farmaceutico".
"Grazie alla tecnologia della bioluminescenza - prosegue l'esperta - ? possibile visualizzare le cellule in attiva proliferazione in tutto il corpo, nell'animale vivo, valutando cos? l'efficacia di una terapia antitumorale, in questo caso la luce emessa dal tumore scompare, o la cancerogenicit? di un composto chimico". Il topo Mito-Luc, oggetto di una domanda di brevetto internazionale, "? un esempio di come la tecnologia possa fornire strumenti formidabili per la ricerca traslazionale. La possibilit? di monitorare la crescita cellulare ci permetter? di sperimentare nuove terapie sempre pi? efficaci contro il cancro, molto pi? rapidamente del passato", conclude Ruggero De Maria, direttore scientifico dell'Ire. Lo studio ? stato possibile grazie ai finanziamenti dell'Associazione per la ricerca sul cancro e ai fondi ottenuti con il 5x1000.
Fonte: Quotivadis
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