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Le ricerche di Gerona 2005

(25-05-12) ?Cala la biodiversit?, aumentano le allergie?


La teoria di Ilkka Hanski: una maggiore variet? di microbi aiuta l'equilibrio e le corrette funzioni del nostro organismo
MILANO - L'aria della citt? rende liberi, come si usa dire? Pu? darsi, ma rende anche allergici. Da un po' di tempo a questa parte esperti di diverse discipline puntano infatti il dito sul nesso fra inquinamento e allergie. Ma non ? questa la strada scelta da Ilkka Hanski, uno fra i pi? importanti esperti di ecologia del mondo e vincitore nel 2000 del prestigioso premio Balzan. Se in citt? ci sono pi? allergici ? spiega Hanski ? questo non dipende tanto dallo smog e dall'ozono, quanto dalla minore biodiversit?.
L'IMPORTANZA DEI MICROBI - Sarebbe? ?La biodiversit? ? la ricchezza di specie animali e vegetali, cos? come degli ecosistemi - spiega lo scienziato finlandese -. Il consumo di suolo e l'urbanizzazione impoveriscono quando non distruggono gli habitat naturali. Tutto ci? si traduce in un minor numero di piante, animali ma anche di microbi, sia nell'ambiente, sia nel nostro organismo?. Per i microbi, francamente, sembrerebbe un vantaggio. E invece no. Una maggiore variet? di microbi presenti nel nostro intestino, nelle mucose dell'apparato respiratorio e sulla pelle in realt? aiuta l'equilibrio e le corrette funzioni dell'organismo, e non ultimo pare dia una mano anche al sistema immunitario a difenderci da allergie e da altre malattie su base infiammatoria. In uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle scienze statunitense (Pnas del 4 aprile 2012) un gruppo di lavoro coordinato da Hanski ha cos? mostrato come i ?ragazzi di citt?? potrebbero essere pi? predisposti alle allergie proprio a causa del minor grado di naturalit? del loro contesto di vita.
LO STUDIO - Per arrivare a questa sorprendente scoperta, i ricercatori hanno monitorato 118 adolescenti, in parte sani e in parte predisposti alle allergie (atopici) distribuiti in diverse localit? della Finlandia con diverse e ben misurabili caratteristiche ambientali: alcuni vivono in citt?, altri in villaggi e altri ancora in case isolate immerse nella natura. Per ciascuna delle abitazioni di questi ragazzi la squadra di studiosi ha misurato il grado di biodiversit? dei loro dintorni (per un raggio di 3 chilometri), analizzando soprattutto gli ecosistemi (foreste, campi agricoli, laghi e fiumi, urbanizzazione) e le specie vegetali presenti. Parallelamente, a ogni ragazzo ? stato prelevato un campione di sangue per dosare alcune sostanze importanti per il sistema immunitario (come l'interleuchina-10), e un campione di flora microbica dalla pelle del braccio. Degli oltre 500 generi di virus e batteri trovati, l'attenzione dei ricercatori si ? concentrata soprattutto sui gammaproteobatteri, di cui ? nota l'azione benefica sul sistema immunitario. Essi infatti ? come altri batteri gram-negativi ? svolgono un'importante azione immunomodulatoria e protettiva contro le allergie favorendo, fra le altre cose, la secrezione di interleuchina-10.
UFFICIALI DI COLLEGAMENTO - Nella straordinaria macchina dell'immunit? umana, le interleuchine fanno parte della famiglia delle citochine. Se, nel nostro "esercito" interno, i globuli bianchi del sangue sono i soldati semplici che difendono l'organismo contro gli aggressori esterni attraverso il meccanismo dell'infiammazione, le citochine e le chemochine potrebbero essere paragonati agli ufficiali di collegamento, che quando le truppe dei globuli bianchi cominciano a scarseggiare chiamano i rinforzi direttamente dal midollo osseo (per chi ? interessato ai dettagli di questa ?battaglia immunitaria? si legga il bellissimo libro di Alberto Mantovani, ?I guardiani della vita?, Dalai editore, 2011). Niente ? pi? affascinante e complicato del sistema immunitario. Ma una cosa dallo studio diretto da Ilkka Hanski risulta chiara: i ragazzi pi? protetti dalle allergie hanno sulla pelle la maggiore variet? di questi batteri amici del sistema immunitario e, guarda caso, spesso vivono nei luoghi pi? naturali, e in particolare con la maggiore percentuale di piante autoctone.
RISCHI ALTISSIMI - ? molto probabile, quindi, che una maggiore biodiversit? dell'ambiente di vita si rifletta in una maggiore protezione alle allergie grazie a una pi? equilibrata e ricca dotazione di microbi ?amici? che colonizzano la nostra pelle e le nostre mucose interne provenendo dalle piante e dal terreno. Ilkka Hanski fa parte di quella categoria di scienziati che associa alla ricerca scientifica un robusto impegno civile. Per questo il messaggio finale del suo studio ci chiama in causa tutti. ?La drammatica riduzione della biodiversit?, che va di pari passo con la distruzione delle foreste e degli altri ecosistemi e la crescita dell'urbanizzazione in tutto il pianeta ci sta esponendo a rischi altissimi, sia ambientali sia sanitari. E l'allarme non riguarda solo le allergie, ma anche le altre malattie croniche a base infiammatoria come quelle cardiache, il diabete, l'obesit? e i tumori stessi?. Per curare questi mali, dunque, oltre all'arsenale della medicina clinica potrebbe rivelarsi utile fermare il consumo di suolo e riportare un po' di natura nelle nostre giungle d'asfalto.

Fonte: Luca Carra
Corriere.it

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