(26-06-12) Origini infiammatorie dei mal di schiena ricorrenti
Si ? discusso molto di mal di schiena al recente Congresso dell'European League Against Rheumatism (Eular) di Berlino, puntualizzando l'importanza di capire se ha origini meccaniche o infiammatorie. ?Un mal di schiena che dura da almeno tre mesi, con un dolore che aumenta con il movimento e diminuisce a riposo, ? in genere legato a cause meccaniche, per esempio artrosi o patologie dei dischi vertebrali - spiega Ignazio Olivieri, direttore del dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata - Nella lombalgia infiammatoria, invece, il dolore peggiora con il riposo, migliora con il movimento e si associa a rigidit? mattutina. In questi casi i sintomi potrebbero essere la spia di malattie pi? invalidanti se non curate in tempo e in modo corretto, le spondiloartriti?.
Le spondiliti si distinguono in due categorie: assiali, che comprendono la spondilite anchilosante e la spondiloartrite assiale senza evidenza radiologica e le forme periferiche (artrite psoriasica, artrite reattiva, rtrite associata a malattia intestinale infiammatoria e spondiloartrite indifferenziata). Tipico delle forme assiali ? il mal di schiena infiammatorio, per prevenire il blocco funzionale della colonna e la conseguente disabilit? ? fondamentale una diagnosi precoce. Spesso invece la diagnosi di spondiloartrite assiale arriva dopo 6-7 anni dalla comparsa della malattia. ?Per favorire una diagnosi precoce ? importante che il medico di famiglia, in presenza di una lombalgia di tipo infiammatorio che non passa da almeno tre mesi, invii il paziente al reumatologo - prosegue Olivieri - Oggi, grazie alla risonanza magnetica, ? possibile svelare anche le spondilartriti assiali invisibili alla radiografia, perch? ancora in fase precoce: si tratta di condizioni che col tempo, in alcuni casi, possono evolvere in spondilite anchilosante. Il dolore di questi pazienti ? lo stesso di quelli con spondilite anchilosante conclamata, pertanto l'obiettivo ? curare al meglio e subito i casi precoci, con l'obiettivo di modificare la storia della malattia?.
Fonte: edott.it
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