(30-06-12) Dormire aiuta la linea e il cuore
L'insonnia ? molto diffusa, colpisce quasi un italiano su tre ed ? legata a problemi metabolici, primo fra tutti l'obesit?. Chi soffre di insonnia ed ? anche obesa, rischia nove volte di pi? di ammalarsi di cuore e avere un infarto. Lo ricordano gli esperti dell'Aims, l'associazione di medicina del sonno. L'associazione promuove la XII Giornata nazionale del dormire sano, che si celebrer? venerd? 16 marzo, con lo slogan ?Chi dorme sano non prende peso?.
E' ormai provato il legame tra insonnia e problemi di peso, chi dorme meno di sette ore per notte, in particolare tra i 32 e i 49 anni, ha un indice di massa corporea molto pi? alto e una maggiore probabilit? di diventare obeso.
?Gli studi dimostrano che la durata del sonno appare chiaramente correlata con il rischio di sviluppare obesit?, sia nei bambini e negli adolescenti sia negli adulti, specie sotto i 50 anni - spiega Gian Luigi Gigli, presidente Aims - Ma oggi esistono anche informazioni precise che provano come la riduzione del tempo di sonno, e i disturbi del sonno, sono correlati con l'alterata tolleranza al glucosio, una sorta di "anticamera" metabolica del diabete?.
L'insonnia non va sottovalutata, ma va riferita al medico di famiglia e allo specialista di medicina del sonno. Secondo gli esperti, visto lo stretto rapporto con le malattie metaboliche che a loro volta possono aprire la strada a patologie cardiovascolari, cerebrali e renali, sarebbe opportuno considerare anche i disturbi del sonno nella definizione del profilo di rischio cardiovascolare.
Perch? chi dorme meno ha pi? probabilit? d'ingrassare? La restrizione di sonno pu? alterare la secrezione di ormoni che regolano il senso dell'appetito e la spesa energetica. In particolare, la deprivazione di sonno riduce la secrezione della leptina, l'ormone dell'appetito, che facilita anche il consumo calorico, e aumenta la produzione di grelina che invece stimola la sensazione di fame. L'insonnia compromette la sensibilit? dei tessuti all'insulina, favorendo l'insulino-resistenza chiave per lo sviluppo del diabete.
Fonte: edott.it
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