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Le ricerche di Gerona 2005

(10-08-12) Ipertensione in gravidanza, a rischio mamma e bambino



La preeclampsia si manifesta in circa il 5-10% delle gestanti ed ? una delle complicazioni pi? temute da ginecologi e future mamme. Una volta su tre, in caso di preeclampsia, ci sono infatti sono serie conseguenze per mamma e bimbo: dal ritardo nella crescita alla necessit? di cure intensive neonatali, dal parto prematuro a un rischio non troppo remoto di morte materna e fetale. Lo conferma una revisione degli studi sull'argomento pubblicata sulla rivista Pregnancy Hypertension da Andrea Luigi Tranquilli, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell'universit? Politecnica delle Marche di Ancona.
Secondo Tranquilli: ?La preeclampsia non pu? essere pi? considerata un problema solo ostetrico, ma anche internistico: la preeclampsia, oltre a essere la causa principale di mortalit? e malattia nella madre e nel periodo perinatale, ? un fattore di rischio per lo sviluppo di numerose patologie nel resto della vita - spiega il ginecologo - Le donne che hanno avuto ipertensione in gravidanza sembrano avere una probabilit? pi? elevata di andare incontro a morte prematura o eventi cardiovascolari gravi come ictus o infarto, sono pi? a rischio di ipertensione, trombosi venosa, insufficienza cardiaca, diabete di tipo due, ipotiroidismo e problemi cognitivi. Il vantaggio per? ? che sono pi? protette dai tumori?.
Ma anche il futuro dei figli risulta in bilico: ?I bambini nati da gravidanze in cui si sia verificata una preeclampsia hanno una maggior probabilit? di andare incontro nel corso della vita a ipertensione, insulino-resistenza e diabete, disturbi neurologici, ictus e patologie mentali - aggiunge l'esperto - Non sappiamo se l'ipertensione in gravidanza sia un mero fattore di rischio o se comporti di per s? danni a lungo termine negli organi di mamma e bambino: capirlo potrebbe aiutarci a seguire meglio entrambi per prevenire guai?. Una delle ipotesi per spiegare i problemi neurologici e metabolici nel bimbo ? la riduzione dell'apporto di ossigeno al cervello e agli altri organi, che in qualche modo comprometterebbe uno sviluppo adeguato.
Secondo le linee guida del Royal College of Obstetricians and Gynecologists, ? bene iniziare i controlli regolari della pressione prima della ventesima settimana se si ? gi? sofferto di preeclampsia in un'altra gravidanza, se si ha la pressione minima superiore a 90 mm/hg (il pericolo sale del 10-15%), si soffre di una malattia renale, patologie dell'endotelio o autoimmuni, diabete o anche se la gravidanza ? multipla. Completano il quadro dei fattori di rischio l'et? inferiore ai 18 anni o superiore ai 35, una storia familiare di preeclampsia e l'obesit? e il sovrappeso, soprattutto se si hanno i trigliceridi alti perch? questi danneggiano molto i vasi della futura mamma.

Fonte: edott.it

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