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Le ricerche di Gerona 2005

(11-09-12) L?attivit? fisica riduce il rischio di diabete di tipo 2




Per curare neuropatia diabetica mirare a sindrome metabolica
Lo studio InterAct, approvato e finanziato dalla Commissione europea, dimostra
che l?attivit? fisica si associa a una riduzione del rischio di diabete di tipo
2 in uomini e donne, qualunque sia il loro indice di massa corporea. Sono stati
raccolti i dati antropometrici e i campioni biologici di 346.055 pazienti in 26
centri di otto paesi europei, Italia inclusa, tra il 1991 e il 2007, anno alla
fine del quale ? terminato il follow-up. Sono stati studiati 12.403 pazienti
con diabete incidente di tipo 2 oltre a un gruppo di 16.154 soggetti
selezionati in modo randomizzato dalla coorte totale dei partecipanti (da cui
sono stati esclusi i soggetti con diabete incidente alla baseline). L?obesit? ?
stata misurata attraverso l?indice di massa corporea e la circonferenza
addominale. L?attivit? fisica ? stata valutata sulla base delle dichiarazioni
dei pazienti e suddivisa in quattro categorie. Una differenza di categoria,
approssimativamente equivalente a 460 kJ al giorno per gli uomini, si ?
associata indipendentemente a una variazione del 13% del rischio di diabete di
tipo 2. Nelle donne, le categorie differivano l?una dall?altra mediamente di
365 kJ al giorno e in questo caso la riduzione del rischio nel passaggio a una
categoria a superiore attivit? fisica ? stata del 7%. Mettendo a confronto gli
uomini inattivi rispetto a quelli inattivi, l?hazard risk ? salito a 1,44 se
magri e a 1,38 se obesi, mentre per le donne i valori corrispettivi sono stati
pari a 1,57 e 1,19.


Fonti: Diabetologia, 2012; 55(7):1944-52
doctor33.it

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