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Le ricerche di Gerona 2005

(18-09-12) Quell?effetto nocebo da non sottovalutare




E' importante che il medico curante, quando introduce un nuovo trattamento,
sappia quante informazioni dare al paziente e come darle, perch? la mente del
paziente gioca un ruolo fondamentale nella cura. Non va sottovalutato infatti
l'effetto nocebo, dal latino "ti nuocer?", il fratello malvagio del placebo. Il
nocebo esagera le reazioni negative (dolore, ansia) anche quando non ci sono
ragioni chimiche vere e proprie per stare male. Basta un brutto ricordo oppure
l'avvertimento di un medico che dice che ?questo potrebbe farti male?, o anche
solo la lettura degli effetti collaterali sull'etichetta di un farmaco.

In uno studio del 2010, gastroenterologi dell'Universit? della Sapienza hanno
chiesto a 126 soggetti di assumere lattosio per studiarne gli effetti
sull'intestino e hanno poi somministrato loro del semplice glucosio, privo
degli effetti del lattosio. Il risultato mostra la potenza del nocebo: il 44%
dei soggetti intolleranti al lattosio e il 26% di coloro che non avevano alcuna
intolleranza al lattosio hanno accusato sintomi gastrointestinali.

Uno studio del 2007 dell'universit? di Firenze, aveva testato l'effetto nocebo
su pazienti in cura per ipertrofia prostatica: il 43% di quelli a cui veniva
detto che il farmaco poteva causare disfunzione erettile e diminuzione della
libido accusava problemi della sfera sessuale. Se invece gli effetti
collaterali non erano menzionati, il fenomeno riguardava solo il 15% dei
pazienti.

Studiando l'effetto nocebo tramite risonanza magnetica funzionale, si ? visto
che il dolore atteso e il dolore sperimentato producono gli stessi cambiamenti
nel cervello: nel talamo, nell'insula, nella corteccia prefrontale, nella
corteccia cingolata anteriore e in altre regioni cerebrali, suggerendo che una
rappresentazione mentale di un evento sensoriale imminente pu?
significativamente modellare i processi neurali che sottostanno alla
formulazione dell'esperienza sensoriale vera e propria.

Da una parte quindi ? giusto che il paziente sia avvertito di tutti gli
effetti collaterali quando decide di sottoporsi ad una terapia, dall'altra per?
? anche vero che se il medico ? del tutto trasparente (anche per potersi
tutelare legalmente), c'? il rischio di alimentare l'effetto nocebo e
danneggiare la salute di quei pazienti che si convincono ad abbandonare le
terapie per via di effetti collaterali immaginari.


Fonte: edott.it

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