(30-09-12) Sindrome metabolica favorisce progressione aterosclerosi
In uno studio condotto in Norvegia, i pazienti con sindrome metabolica (Mets)
? tra la condizione basale e un follow-up a distanza di circa una dozzina di
anni - hanno mostrato livelli pi? alti di aterosclerosi carotidea, misurata
tramite spessore di intima-media e area totale di placca, rispetto ai soggetti
senza Mets. Quest'ultima ha dimostrato di predire la progressione
aterosclerotica solo nei soggetti al di sotto dei 50 anni, indicando un suo
possibile coinvolgimento nell'avvio del processo. Sono gli esiti di una ricerca
svolta su 1.442 uomini e 1.532 donne nell?ambito dello studio Troms?, dal nome
della cittadina nel nord della Norvegia i cui abitanti sono stati controllati
per un periodo di 13 anni, attraverso un esame basale delle carotidi con
ultrasuoni nel 1994-1995 e poi un altro, in un follow-up del 2007-2008. Tra
questi partecipanti, 278 uomini e 273 donne sono rientrati nei criteri definiti
per la Mets e le misurazioni cliniche sono state analizzate attraverso un
modello di regressione lineare aggiustato per et?, colesterolo totale e
abitudine quotidiana al fumo e stratificato per genere. Al follow-up di 13 anni
la Mets si ? associata con lo spessore di intima-media e con l?area totale di
placca negli uomini, e nelle donne con lo spessore di intima-media, ma non con
la progressione di questi parametri. Nell?analisi stratificata per et?, la
sindrome metabolica ha mostrato di predire la progressione degli indici di
aterosclerosi negli uomini al di sotto dei 50 anni. Inoltre, sia l?ipertensione
che la ridotta tolleranza glicemica si sono mostrate predittive di
aterosclerosi alle carotidi al follow-up mentre, riguardo alla progressione, l?
associazione si ? limitata alle donne riguardo all?ipertensione e agli uomini
riguardo alla tolleranza glicemica alterata.
Fonti: Cardiovasc Diabetol; 2012 Jun 27;11(1):77. [Epub ahead of print]
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