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Le ricerche di Gerona 2005

(14-10-12) Alzheimer, come ritardare il crollo della memoria



Il declino della mente comincia attorno ai 50-60 anni. Lo conferma uno studio
di popolazione, condotto per dieci anni, da ricercatori dell'University College
di Londra. Quando la malattia di Alzheimer si manifesta, ha gi? una storia di
vent'anni alle spalle, con lesioni cerebrali ormai irreversibili. Il prossimo
21 settembre si celebrer? la 18? Giornata mondiale dell'Alzheimer. Mantenere
buone relazioni sociali, fare attivit? fisica, leggere e in generale avere uno
stile di vita sano pu? ritardare la malattia fino a cinque anni.

Difficile, se non impossibile, scoprire i "segni" clinici premonitori
(alterazioni del carattere e dell'umore, disturbi dell'attenzione, difficolt?
minime nella organizzazione e pianificazione quotidiana). Le alterazioni
neurobiologiche sono le prime a comparire, sostenute da specifici biomarcatori:
deficit metabolico (consumo alterato di glucosio) e depositi di amiloide nei
neuroni con diminuzione della stessa nel liquor spinale, atrofia di strutture
importanti quali l'ippocampo almeno cinque anni prima della comparsa dei
sintomi. La riduzione progressiva di contatti neuronali (sinapsi) e la morte
dei neuroni spazza via lentamente pezzi di cervello e di vissuto.

Spiega Carlo Blundo, responsabile del Centro UVA del San Camillo-Forlanini di
Roma: ?Le nuove linee guida (B.Dubois) riscrivono la possibile evoluzione
dell'Alzheimer. A parte un fortunato invecchiamento cerebrale asintomatico
(nessun sintomo cognitivo, biomarcatori negativi), si delineano via via tre
tipologie di decadimento cerebrale patologico: una prima fase detta preclinica
con biomarcatori positivi (RM, Pet, puntura lombare) e assenza di sintomi, una
seconda fase "prodromica" in cui alla positivit? dei biomarker si associa un
disturbo episodico della memoria (? la popolazione a rischio di sviluppare
Alzheimer conclamata), infine, la terza fase clinicamente rilevabile con
disturbi di memoria, compromissione dell'autonomia e delle funzioni cognitive.
I circuiti che conservano i ricordi e delle funzioni cognitive (giudizio,
organizzazione) sono attaccati per primi, poi quelle motorie e del linguaggio?.


Fonte: edott.it

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