(30-10-12) Cresce il consumo di antidepressivi
Di anno in anno cresce il consumo degli italiani di antidepressivi: paroxetina, escitalopram e sertralina sono i principi attivi pi? diffusi. Con le altre molecole della stessa famiglia finiscono negli armadietti del bagno di un numero enorme di persone. Pi? di un italiano su due in dodici mesi compra una confezione di questi medicinali: nel 2011 le farmacie ne hanno vendute 34 milioni e mezzo e le dosi assunte in media ogni giorno sono pi? che raddoppiate rispetto al 2001. Se si conteggiassero anche i medicinali di questo tipo venduti su ricetta bianca, le cifre sarebbero ancora pi? alte.
Le benzodiazepine sono in assoluto i prodotti pi? venduti in farmacia tra quelli comprati a proprie spese dai cittadini, che nel 2011, hanno speso 550 milioni di euro per acquistarli. Nel 2001, in media, 15 persone ogni mille prendevano un antidepressivo al giorno. Il dato l'anno scorso ? salito a oltre 36. In Italia ancora non si assiste ancora al fenomeno degli Usa, dove il 5% degli americani dai 12 ai 19 anni usa antidepressivi e il 6% usa farmaci contro l'Adhd, il disordine da deficit d'attenzione e iperattivit?. Il profilo del paziente standard nel nostro Paese ? quello di una donna con pi? di 65 anni. ?Quello che succede negli Usa prima o poi arriva anche qua - prevede Giovanni Battista Cassano, uno dei padri della psichiatria italiana - In America hanno di certo pi? depressione giovanile che da noi, per vari aspetti dello stile di vita di quel Paese. L'Italia ? al di sotto degli altri paesi occidentali, per il consumo. Le Regioni che usano di pi? questi medicinali hanno tassi di ricovero pi? bassi, un'assistenza che funziona meglio, meno ore di lavoro perduto da parte dei malati. Non ci dimentichiamo che abbiamo tanti morti per depressione. Qualcuno pensa che chi inizia a prendere gli antidepressivi poi non smette pi?. Non ? vero. Abbiamo tanti pazienti che fanno un ciclo di cura e poi non hanno pi? problemi. Oppure che hanno ricadute a distanza nel tempo
Fonti:
edott 11 luglio 2012
La Repubblica, pag. 1, 45, 46, 47.
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