(05-11-12) Bibite zuccherate condizionano il peso a tutte le et
Le bevande zuccherate, prodotti di largo consumo con importante ruolo nello sviluppo dell'obesit? in ogni classe di et?, sono stati oggetto di studio di tre studi, pubblicati insieme in un recente numero del New England Journal of Medicine
Se in Italia serviva il dibattito politico, sollevato dalla proposta, non accolta, del ministro Balduzzi di tassare le bevande zuccherate, per prestare attenzione al ruolo svolto da questi prodotti di largo consumo, nello sviluppo dell'obesit?, nella medicina preventiva resta un tema di notevole rilevanza. Tema che ? stato oggetto di tre studi, pubblicati insieme in un recente numero del New England Journal of Medicine.
Bambini: peso inferiore con bibite con edulcoranti
Il primo trial, condotto nelle scuole dal gruppo di Janne C. de Ruyter della Vu university di Amsterdam, ha dimostrato come la sostituzione in cieco di bevande zuccherate con bibite non caloriche riduca l'aumento di peso corporeo e l'accumulo di grasso nei bambini normopeso. Lo studio ha coinvolto per 18 mesi 641 ragazzi di et? compresa tra 5 e 12 anni. I partecipanti sono stati suddivisi a ricevere 250 ml/die di una bevanda non zuccherata e dolcificata con edulcoranti o di una bibita zuccherata da 140 kcal. I parametri considerati hanno evidenziato valori inferiori nel gruppo ?sugar-free? rispetto all'altro: aumento di peso (6,35 vs 7,37 kg), plicometria, rapporto vita/altezza, massa di tessuto adiposo.
Adolescenti: risultati positivi nel breve termine
Risultati analoghi, ma in parte meno chiari, sono stati ottenuti su una popolazione di 224 adolescenti sovrappeso od obesi, da Cara B. Ebbeling, del Boston Children's Hospital, e collaboratori. I partecipanti, tutti abituali consumatori di bevande zuccherate, sono stati suddivisi in un gruppo controllo e in un gruppo sperimentale; quest'ultimo ? stato sottoposto a un intervento mirato a ridurre il consumo di bibite dolci della durata di 1 anno, seguito da un follow-up di un ulteriore anno senza interventi. In effetti, a un anno dall'avvio della ricerca si ? registrato un incremento inferiore di peso e indice di massa corporea (Imc) nel gruppo sperimentale rispetto al controllo (-0,57 e -1,9 kg, rispettivamente) ma la modificazione media del Imc a 2 anni (outcome primario prespecificato) si ? rivelata sovrapponibile nei due gruppi.
Adulti: contano i geni ma anche la quantit? di zucchero
Un terzo risultato ? stato raccolto dal team multidisciplinare di Harvard (Boston) guidato da Qibin Qi che ha condotto su soggetti adulti l'analisi dell'interazione tra predisposizione genetica all'obesit? e assunzione di bevande zuccherate considerando come parametri di riferimento l?Imc e il rischio di obesit?. I dati esaminati erano riferiti a tre coorti: 6.934 donne del Nurses' health study (Nhs), 4.423 uomini dell'Health professionals follow-up study (Hpfs), e ancora 21.470 donne del Women's genome health study (Wghs). Lo score di predisposizione genetica ? stato calcolato sulla base di 32 loci associati all?Imc e l?assunzione di zucchero ? stata monitorato in modo prospettico in relazione all?Imc. In tutti i casi si ? notato che l'associazione genetica all?Imc risultava pi? forte nei partecipanti con maggiore assunzione di bevande zuccherate rispetto a chi mostrava un intake inferiore.
Fonte: doctor33
N Engl J Med, 2012 Sep 21. [Epub ahead of print]
N Engl J Med, 2012 Sep 21. [Epub ahead of print]
N Engl J Med, 2012 Sep 21. [Epub ahead of print]
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