(24-11-12) Una temperatura esterna pi? calda ? associata a peggiore stato cognitivo nella sclerosi multipla
I pazienti affetti da sclerosi multipla hanno maggiori riacutizzazioni
cliniche e attivit? delle lesioni T2 durante la stagione pi? calda.
Uno studio ha cercato di chiarire se la temperatura esterna fosse correlata
allo stato cognitivo tra i pazienti con sclerosi multipla ( analisi trasversale
) e se lo stato cognitivo, in questi pazienti, variasse al variare della
temperatura esterna ( analisi longitudinale ).
Per l'analisi trasversale, 40 pazienti con sclerosi multipla e 40 controlli
sani sono stati reclutati nel corso dell'anno.
Lo stato cognitivo ( velocit? di elaborazione, memoria ) e la temperatura
esterna sono stati registrati nella giornata di test.
Per l'analisi longitudinale, lo stato cognitivo e lo stato della temperatura
esterna sono stati registrati al basale e a 6 mesi di follow-up in un campione
separato di 45 pazienti con sclerosi multipla.
E' stata calcolata la correlazione parziale tra temperatura e stato cognitivo
al follow-up, controllando per la temperatura e lo stato cognitivo basale (
cio?, se le variazioni di temperatura fossero state correlate ai cambiamenti
cognitivi in pazienti con sclerosi multipla ).
I risultati ottenuti hanno mostrato che, trasversalmente, una temperatura pi?
mite era collegata a uno stato cognitivo peggiore in pazienti con sclerosi
multipla ( rp= -0.45, p=0.006 ) e non nei controlli sani ( rp=0.00, p=0.984 ).
Longitudinalmente, l'aumento della temperatura esterna dal basale al follow-up
era correlata a una riduzione dello stato cognitivo in pazienti con sclerosi
multipla ( rp= -0.39, p=0.010 ).
In conclusione, lo stato cognitivo nei pazienti con sclerosi multipla ?
risultato peggiore nei giorni pi? caldi, in linea con un collegamento
precedentemente stabilito tra il calore e l'attivit? della lesione.
Questi risultati hanno implicazioni per la pianificazione della
sperimentazione clinica, per il trattamento, lo stile di vita e le decisioni da
prendere.
E' da considerare lo stato cognitivo come un potenziale marker di
esacerbazioni quiescenti. ( Xagena2012 )
Fonte: Leavitt VM et al, Neurology 2012; 78: 964-968
Neuro2012
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