(16-01-13) Ecco i risultati di un colossale studio epidemiologico
Lo studio Global burden of disease, pubblicato su The Lancet ? uno dei
progetti pi? complessi che la ricerca medica ha prodotto negli ultimi anni.
Lanciato nel 2007, ? frutto del lavoro di 486 scienziati di 50 Paesi,
appartenenti a 302 diversi istituti di ricerca. L'elaborazione dei risultati ha
richiesto la messa a punto di nuovi strumenti statistici, per integrare le
informazioni da moltissime fonti: dai certificati di morte alle schede di
dimissioni degli ospedali, da sondaggi e censimenti nazionali fino ai rapporti
della polizia.
Lo scopo di questo colossale studio ? capire come sono cambiate le malattie
negli ultimi decenni, individuare quelle che uccidono di pi?, o che
compromettono maggiormente il nostro benessere, e fornire dati a chi dovr?
programmare le politiche sanitarie del futuro. Tirando le somme il bilancio ?
positivo: si vive di pi? (dal 1970 al 2010 si sono guadagnati oltre 10 anni di
vita media) e flagelli come fame e malattie legate alla miseria colpiscono meno
di un tempo. Il rovescio della medaglia ? che condizioni come obesit? e
ipertensione sono diffuse ormai anche nei Paesi in via di sviluppo. Nella
classifica delle malattie che pi? compromettono la salute dell'umanit?, al
primo posto c'? l'infarto, che era quarto nel 1990, mentre l'ictus guadagna 2
gradini ed ? al terzo posto, avendo sorpassato la diarrea. Il diabete balza in
avanti di 7 posti e, oggi 14?, ? ormai a un passo dalla tubercolosi. La
lombalgia supera la malaria e gli incidenti stradali, mentre la depressione
sale in 11? posizione, guadagnandone 4. Un adulto su sei ? ucciso dal cancro e,
nelle fasce pi? anziane, il morbo di Alzheimer ha triplicato la mortalit? e
quello di Parkinson l'ha raddoppiata.
Il nuovo obiettivo di salute globale non ? arrivare a vivere 120 anni, ma
invecchiare con un livello di benessere accettabile.
Fonte: edott.it
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